Astronomica Langrenus
Il cratere TYCHO - The TYCHO crater
Abbiamo già visto che si rende visibile anche ad occhio nudo quando è sempre più lontano dal terminatore, lo si osserva ancora meglio con un semplice binocolo, ma se siamo intenzionati a studiarne la morfologia anche solo attraverso un piccolo telescopio allora avremo a nostra disposizione una incredibile quantità di dettagli: si tratta di Tycho, uno dei più famosi crateri lunari meta delle osservazioni di schiere di Astrofili da vari decenni. Questa eccezionale struttura crateriforme si trova al centro di una vastissima regione, meglio nota come altopiano meridionale, in cui l’intensità della craterizzazione ha raggiunto livelli elevatissimi con la caotica presenza di crateri dalle più svariate dimensioni. Per individuare questo cratere è sufficiente orientare il nostro strumento nel settore sud della Luna dove, quando relativamente lontano dal terminatore, lo individueremo senza fatica anche per l’imponente sistema radiale ad elevata albedo che da questo si dirama in varie direzioni. Situato a 43° sud e 11° ovest, Tycho ha un diametro di 85 chilometri ed è contornato da un sistema di pareti che si innalzano fino a circa 4500 mertri con una notevole pendenza, rese estremamente spettacolari dalla presenza di numerosi terrazzamenti concentrici e col sovrapporsi di parecchie linee di cresta. Il fondo del cratere è relativamente piatto con vari rilievi collinari che si susseguono tutto intorno al grande picco montuoso centrale il quale è costituito da due o tre differenti cime principali la cui altezza raggiunge i 1600 metri dalla base. Per poterne apprezzare la notevole profondità, sarà essenziale osservare Tycho esattamente in corrispondenza del terminatore lunare: in tali condizioni potremo ammirare la sommità della cerchia montuosa illuminata dal sole in uno spettacolare contrasto rispetto all’interno del cratere immerso nella più completa oscurità, il tutto esaltato dalla luce solare radente, sono dettagli da non perdere !
L’origine di Tycho sarebbe da ricondurre a circa 100 milioni di anni fa nella fase iniziale del Copernicano, periodo geologico che si protrae nel tempo per un miliardo di anni. Con la fase prossima alla Luna Piena, l’area immediatamente all’esterno della cerchia montuosa di Tycho appare interessata dalla presenza di un anello di colore più scuro rispetto ai materiali tipici degli altipiani lunari, da cui si diparte radialmente il sistema di raggi già visto in un precedente articolo.
Risulta estremamente interessante quanto scriveva Alfonso Fresa nel suo “”La Luna” in cui il cratere Tycho, unitamente a Copernicus e Kepler, era considerato a tutti gli effetti tra i più potenti vulcani lunari. Merita inoltre una citazione quanto scrive Fresa riguardo a Tycho: “” Con un piccolo cannocchiale Tycho si presenta come un bianco circoletto dal quale si irradiano una quantità di strisce bianche luminosissime che avvolgono gran parte dell’emisfero meridionale dandoci l’idea di una serie di meridiani. L’apertura craterica è di una novantina di chilometri di diametro e l’altezza della montagna arriva quasi a 6000 metri; dal centro del cratere si erge un conetto di dimensioni colossali. Tycho trovasi nella parte più montuosa della Luna essendo circondato da una infinità di circhi e crateri grandi e piccoli, che si accatastano nell’emisfero meridionale e principalmente in prossimità del polo ””. Sempre il Fresa in riferimento all’anello di materiali scuri scrive testualmente: “” Nondimeno una certa depressione si nota intorno al grande cratere, la quale, secondo l’opinione di Loewy e Puiseux, difensori dell’ipotesi vulcanica, viene considerata come una conseguenza dell’intensa attività vulcanica di cui Tycho è stato teatro e che è resa manifesta dal sistema così visibile e grandioso delle strisce divergenti. L’energia di queste azioni eruttive è ancora attestata dal rilievo straordinario del bastione di Tycho che offre un declivio molto accentuato verso l’esterno dandogli una fisionomia speciale “”.
A conferma che questo grande cratere ha sempre attirato l’attenzione di studiosi, anche C. Flammarion nel suo “”Astronomie Populaire, description gènèral du ciel”” riferendosi a Tycho, ne descrive la presenza citando che “”…..Si distingue sulla parte inferiore della Luna un punto bianco brillante, è la famosa montagna di Tycho. Essa occupa il centro della regione australe del disco lunare. E’ la più colossale e la più maestosa di tutte le montagne (….)””.
In favorevoli condizioni osservative, l’analisi delle strutture esistenti nell’area intorno a Tycho non avrà altro che l’imbarazzo della scelta. Infatti immediatamente all’esterno dell’edificio craterico, compatibilmente col grado di illuminazione solare, vi è un’infinita quantità di crateri anche di piccolo diametro che potranno costituire ottimi test per chi decidesse di essere particolarmente esigente col proprio telescopio. A breve distanza da Tycho potremo comunque osservare anche imponenti strutture crateriformi tra cui Maginus, Clavius, Longomontanus, Wilhelm ed altri, ma una sola serata osservativa non basterà certamente per cogliere con calma la gran mole di dettagli a nostra disposizione.
Come se non bastasse, Tycho rientra anche tra le strutture lunari in cui sono stati osservati fenomeni TLP. Limitandoci alle più eclatanti, citiamo la nebulosità scorta da Birt nel 1878, oltre alla macchia brillante individuata da Parsehian nel 1884, fino all’aumento di albedo osservato da Haas e Barcroft nel 1840. Ora non ci rimane che attendere il nostro satellite fra il 7° e l’8° giorno, smentendo clamorosamente chi si limita ad affermare che “”La Luna è sempre la stessa…””.