Astronomica  Langrenus


Le Zone di Librazione  -  The Libration Areas (2)


Nel nostro sistema solare i casi di rotazione sincrona fra determinate lune ed i rispettivi pianeti intorno a cui queste disegnano la loro orbita non sono poi così rari. Infatti l’esistenza di analoghi sistemi sincroni, cioè di satelliti che presentano sempre lo stesso emisfero verso il rispettivo pianeta, è stata riscontrata nelle cinque lune più interne di Saturno oltre ai quattro satelliti galileiani di Giove. Un altro interessante ed atipico caso di sincronismo da citare riguarda il pianeta Venere la cui rotazione avviene al contrario rispetto a quella terrestre col risultato che quando questo viene a trovarsi alla minima distanza dalla Terra rivolge prevalentemente lo stesso emisfero nella nostra direzione.

Anche dal nostro pianeta vediamo sempre la stessa faccia della Luna ma a causa del non perfetto sincronismo dei moti di rotazione e rivoluzione del nostro satellite si rende pertanto osservabile circa il 9 per cento dell’emisfero lunare opposto alla Terra, altrimenti perennemente invisibile, con la possibilità di estendere le nostre osservazioni oltre il bordo settentrionale e meridionale con le rispettive zone polari alternativamente, unitamente alle regioni situate in prossimità dei lembi occidentale e orientale: sono proprio queste le cosiddette “zone di librazione”. E’ doveroso precisare che questa opportunità viene limitata dallo schiacciamento prospettico e dalla conseguente accentuata turbolenza tipica della tipologia di strutture presenti lungo il bordo estremo del nostro satellite.

E’ questo il fenomeno delle librazioni, oscillazioni apparenti del disco lunare la cui causa principale è dovuta tra l’altro, come abbiamo già visto, al non perfetto sincronismo dei moti di rotazione e rivoluzione. Nel caso della librazione in latitudine, si renderanno alternativamente visibili le regioni polari Nord e Sud, in quanto un punto sull’equatore lunare ad ogni lunazione viene a trovarsi 6° 41’ al di sopra del piano orbitale mentre dopo 14 giorni si trova al di sotto per un identico valore quale conseguenza del fatto che il nostro satellite mantiene l’asse di rotazione costantemente inclinato sulla sua orbita. Per la librazione in longitudine, in cui un punto sulla superficie lunare subirà nell’arco di una lunazione uno spostamento pari ad 8° alternativamente sia ad Est che ad Ovest, si renderanno osservabili le regioni situate oltre il lembo orientale ed occidentale. L’origine della librazione in longitudine è da ricercarsi nella ellitticità dell’orbita lunare. Considerando che il nostro satellite presenta un moto più rapido in corrispondenza del perigeo rispetto all’apogeo, nonostante sia identica la durata dei moti di rotazione e di rivoluzione, quest’ultimo si manifesta con una velocità variabile. Abbiamo inoltre la librazione parallattica dovuta al fatto che il punto da cui si osserva viene a trovarsi sulla superficie terrestre e non al centro della stessa, mentre la librazione apparente è la risultante ottenuta dalla somma delle librazioni in latitudine, longitudine e parallattica, caratterizzata dal fatto che un qualsiasi punto del disco lunare è soggetto ad un cerchio di 10° in cui è inserita una curva a spirale derivata dagli effetti delle tre librazioni appena citate.

L’osservabilità delle cosiddette zone di librazione sia in latitudine che in longitudine viene determinata dalla dinamica stessa dei moti della nostra Luna per cui non sarà difficile programmare osservazioni sistematiche delle regioni che di volta in volta si renderanno visibili ai confini dell’emisfero nascosto. Più ci si allontana dal centro del disco lunare in  qualsiasi direzione dovremo fare i conti sempre più con lo schiacciamento prospettico, fenomeno il cui effetto provoca una apparente quanto notevole ovalizzazione delle strutture osservate. Infatti conosciamo bene tutti i numerosi e grandi crateri presenti lungo il bordo del nostro satellite con la loro forma tipicamente “schiacciata”, tra cui possiamo citare Boguslawsky, Boussingault, Furnerius, Petavius, Plaitzsch, Vendelinus, Langrenus, Endymion, Pythagoras, Hevelius, Grimaldi, Riccioli, ecc. Ma nemmeno le pianure si sottraggono a questa “distorsione” tanto per citare i mari Australe, Smythii, Marginis, Humboldtianum e tutto il bordo occidentale dell’oceanus Procellarum. Innegabile sarà l’emozione di avventurarci col telescopio sempre più nelle regioni polari, dovremo solo attendere la fase lunare in cui la librazione ci consentirà di osservare una determinata regione, tenendo ben presente che secondo la convenzione International Astronomical Union valori negativi o positivi della librazione in longitudine sono riferiti rispettivamente al bordo occidentale e orientale, mentre gli stessi valori della librazione in latitudine si riferiscono rispettivamente al bordo meridionale e settentrionale.

 

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