Astronomica Langrenus
Il mare FRIGORIS, settore centrale
Central sector of Mare FRIGORIS
Mentre nel numero precedente abbiamo visto il settore orientale del Mare Frigoris fino ai crateri Aristoteles ed Eudoxus, riprendiamo ora il nostro viaggio verso occidente partendo da Egede, una struttura crateriforme rientrante nell’interessante tipologia dei cosiddetti crateri fantasma (già visti in altro srticolo). Si tratta di una formazione circolare con diametro di 37 chilometri il cui fondo prevalentemente pianeggiante e ricoperto di materiale lavico di colore scuro presenta alcuni piccoli craterini. Le pareti che emergono dallo strato di regolite e di materiali di origine lavica formano un anello abbastanza regolare in cui si possono notare lievi linee di cresta, la cui modesta elevazione supera di poco i 400 metri. Questo cratere, interessato molto probabilmente dalle emissioni laviche verificatesi fra i mari Frigoris ed Imbrium, vide la propria origine 3,8 miliardi di anni fa nel periodo geologico denominato Imbriano Inferiore. Per la sua osservazione è sufficiente un rifrattore di 50 mm sei giorni dopo la Luna Nuova. Mentre a sud ci si avvicina alla parte più settentrionale dei monti Caucasus, a nord la piana di Frigoris è cosparsa da innumerevoli piccoli crateri fino a Egede-A, un bel cratere di 13 chilometri la cui peculiarità è dovuta al fatto che la sua pur modesta raggiera presenta una discreta luminosità. Questo cratere si trova sull’ideale prolungamento della Vallis Alpina e la sua osservazione può essere effettuata anche con un rifrattore di soli 100 mm.
Il lato meridionale del mare Frigoris preso in esame in questo numero è in gran parte delimitato dai contrafforti settentrionali della catena delle Alpi lunari, in cui possiamo osservare una miriade piccoli crateri distribuiti in tutta l’area. Oltre alla Vallis Alpina, di cui abbiamo già scritto precedentemente, è molto interessante l’osservazione del sinuoso solco delle rimae Plato il quale, orientato in direzione est-ovest, si inoltra per circa 90 chilometri in questa zona montuosa fino a terminare in prossimità del cratere Plato-G, a pochi chilometri dal bordo orientale del grande circo di Plato. Per chi volesse osservare in dettaglio le rimae Plato, la cui origine risale a circa 3,2-3,8 miliardi di anni fa nel periodo geologico Imbriano, si rende necessario un telescopio riflettore di almeno 300 mm di diametro con la Luna in fase di primo quarto.
Mentre la piana di Frigoris si presenta generalmente cosparsa da innumerevoli crateri anche di piccolissime dimensioni, vi si possono osservare anche numerosi corrugamenti del suolo quali residui di antichissimi scorrimenti di materiale magmatico all’epoca ancora allo stato fluido, oltre a varie fessurazioni della crosta superficiale la cui tipologia le potrebbe accomunare ai già noti allineamenti di piccoli crateri, questi ultimi originatisi dal processo di raffreddamento e successivo collassamento di precedenti condotti lavici. E’ da notare che sia i corrugamenti che le fessurazioni della crosta appena citate sono prevalentemente orientate in direzione nordovest – sudest.
Mentre nei dintorni di Egede e di Egede-A sono degni di nota i crateri Egede-B ed Egede-G con diametro rispettivamente di 7 e 8 km situati a breve distanza dalla Vallis Alpina, in prossimità del bordo settentrionale di Frigoris spiccano alcune strutture crateriformi che andiamo a visitare una per una iniziando da Protagoras, la cui origine risale a 3,8 miliardi di anni fa nel periodo geologico Imbriano Inferiore. Si tratta di un cratere dalla forma circolare con diametro di 22km le cui pareti abbastanza regolari e leggermente terrazzate raggiungono l’altezza di 2100 metri. Il fondo di Protagoras si presenta tormentato e con un esteso rilievo in posizione centrale. A breve distanza dal cratere principale, con un riflettore di almeno 200 mmm, si può visitare Protagoras-B di 4 km di diametro. Vediamo ora Archytas, con diametro di 32 km e circondato da una cerchia montuosa regolare e terrazzata di 2300 metri d’altezza, risalente al periodo Eratosteniano da 1 a 3,2 miliardi di anni fa. Questo cratere esibisce un sistema montuoso centrale multiplo anche se di modeste dimensioni, mentre la sua peculiarità consiste nelle numerose linee di cresta che si possono vedere nella sua platea disposte prevalentemente in posizione concentrica rispetto alle pareti più esterne, alcune delle quali si intersecano fa loro. A nordovest andiamo ad osservare Archytas-B il quale, a differenza della formazione principale, ha una conformazione irregolare e con un diametro di 36 km. La caratteristica principale è costituita dal fatto che più che un cratere sembra si tratti di un’area delimitata a nord ed a sud da modeste linee di cresta collinari mentre sui lati est ed ovest la platea, prevalentemente pianeggiante e cosparsa di craterini, è collegata direttamente alla regione circostante. Più interessante e tormentata è la zona che si estende immediatamente a nordest di Archytas-B. Data la vicinanza non possiamo fare a meno di osservare Timaeus, un’interessante struttura di 34 chilometri di diametro con età geologica da 3,2 a 3,8 miliardi di anni nel periodo Imbriano Superiore. Le sue pareti, alte circa 2400 metri e piuttosto regolari, esibiscono versanti con notevoli pendenze e lievi terrazzamenti verso l’interno del cratere. La platea, in cui vi si notano varie linee di cresta, rilievi secondari e piccoli crateri, è dominata da un doppio picco centrale. E’ importante osservare che da Timaeus si dirama radialmente una piccola e luminosa raggiera, osservabile ovviamente quando si trova lontana dal terminatore. Per osservare le quattro interessanti strutture di Protagoras, Archytas, Archytas-B e Timaeus che abbiamo appena visto, anche considerando che queste si trovano in una zona in cui la craterizzazione non ha assunto aspetti così caotici come in altre regioni lunari, è sufficiente un buon rifrattore di 50 mm di diametro con fase in prossimità del primo quarto.
Il lato nord del mare Frigoris, oltre al continuo susseguirsi della parte più meridionale di vasti rilievi collinari che si estendono fin qui dalle regioni più settentrionali della Luna, è caratterizzato anche dalla presenza di due antichissime e grandi strutture crateriformi la cui origine risale addirittura a 4-4,5 miliardi di anni fa in pieno periodo geologico Pre Nectariano. Il maggiore di questi è W. Bond con diametro di 163 chilometri ed un a vastissima platea quasi completamente pianeggiante in cui spicca l’assenza di un sistema montuoso centrale mentre vi sono innumerevoli craterini di cui il più esteso è W. Bond-B di 15 km, modestissimi rilievi collinari, basse linee di cresta e varie fessurazioni della crosta, di cui la principale è disposta in direzione est-ovest. Immediatamente a sud di W. Bond, il quale ricordiamo che lo si può osservare anche solo con un binocolo a 10 X, vi sono i crateri Archytas-B e Timaeus. Ancora più ad ovest, superata un’ampia zona collinare che si estende da Epigenes fino a Frigoris, ecco l’altro antichissimo cratere: Birmingham, con diametro di 95 km, per la cui osservazione basta un rifrattore di 50 mm con fase di 1 giorno dopo il primo quarto. Anche in questo caso vi è la completa assenza di un sistema montuoso centrale, mentre osserviamo una enorme quantità di piccoli crateri in cui spicca una doppia formazione costituita da Birmingham-H e G, rispettivamente di 7 e 5 km, oltre a vari solchi, depressioni e rilievi collinari. Le pareti poco elevate su cui si trova il cratere Birmingham-B di 8 km, delimitano una struttura dalla conformazione nettamente irregolare. Da Brmingham la grande pianura di Frigoris si estende perdendosi verso le ancora lontane regioni occidentali, ma da qui ripartiremo nel prossimo articolo dal cratere Fontenelle in direzione ovest.