Da  " LA  LUNA "  di Alfonso Fresa - Movimenti, topografia, influenze e culto. Casa Editrice Ulrico Hoepli - Milano, 1933.


Influenze della Luna

sulla biologia generale dell'uomo e degli animali

 

L'idea dell'influenza astrale sul mondo organico ebbe origine fin dai tempi più remoti, allor quando l'uomo non era ancora in grado di dare una spiegazione a certi fenomeni della vita animale e specialmente a talune malattie. Di qui il convincimento che l'influenza di alcuni astri fosse l'origine di alterazioni fisiologiche o patologiche dell'organismo, principalmente quando queste presentano un evidente carattere di periodicità, caratteristica speciale dei fenomeni naturali. E nell'antica Mesopotamia, ove accanto alle accurate e sistematiche osservazioni degli astri fiorivano osservazioni e studi sul mondo organico, ebbero origine la medicina e l'astronomia. Si può quindi parlare di un principio di medicina scientifica in quanto che si tentava di cercare delle relazioni tra il movimento degli astri e le stagioni, e tra queste e il manifestarsi di alcune malattie (1). E fra tutti gli astri la Luna, col periodico alternarsi delle fasi, attirava maggiormente l'attenzione degli uomini; ma la fantasia pigliando il sopravvento sullo studio scientifico fece sì che le idee dilagassero ben presto in un mare di aberrazioni che accumulandosi e sviluppandosi nei secoli successivi raggiunsero l'apogeo nel Medio Evo. Nondimeno l'Astrologia nell'antichità trovò anche dei fieri oppositori quali : Eudosso (2), Panelio, Archelao e Cassandro in Grecia; Catone (De re rustica), Cicerone e Columella in Roma. A questi seguirono, dopo parecchi secoli, Pico della Mirandola (3) (secolo XV), Geminiano Montanari due secoli dopo, ed in quello successivo Giuseppe Toaldo di Padova il quale, nello sceverare le influenze vere dalle false, iniziò quello studio critico che solo verso la fine del secolo scorso ha ricevuto un indirizzo eminentemente scientifico in virtù dell'analisi statistica la quale rappresenta un metodo di ricerca, il cui sviluppo è dovuto al numero enorme delle osservazioni ed alla precisione dei dati principalmente nel campo astronomico.

Così Arrhenius (4), avendo consacrato gran parte della sua vita allo studio delle influenze cosmiche sul magnetismo terrestre e su taluni fenomeni meteorologici e biologici, è arrivato a dimostrare la parte importante che la Luna ha nelle aurore polari, nelle tempeste, nei fenomeni fisiologici, nella frequenza delle nascite umane e negli accessi epilettici. Il biologo B. Friedlaender ha trovato una stretta relazione fra l'attività sessuale di un verme, il palolo ( di cui si dirà ampiamente appresso ) e le fasi lunari. W. Hellpach (5) documenta un gran numero di fatti che stanno a testimonianza dell'influenza dei fattori climatici, meteorologici e cosmici sulla costituzione e lo sviluppo dell'uomo dal punto di vista fisico e psichico. Lo stesso dicasi del Tchijevski (Mosca) sul rapporto tra le variazioni delle macchie solari e delle malattie epidemiche (colera, grippe). Recenti ricerche di Faure e Vallot hanno stabilito delle relazioni tra le macchie solari e la recrudescenza di casi casi di morte in individui affetti da malattie croniche (6)

Oltre Arrhenius e Hellpach anche Lombroso (7) e Quetelet hanno messo in evidenza l'influenza dei fattori meteorologici, climatici e stagionali nella costituzione, nella fisiologia, ed in certe manifestazioni psicologiche dell'uomo. Il Lakhowsky (8) ha trovato una relazione di causalità fra le onde cortissime di origine solare e la moltiplicazione delle cellule del cancro come effetto di risonanza vibratoria. Il Italia parecchi scienziati hanno seguito il Lakhowsky nella via ch'egli ha tracciato e che apre nuovi orizzonti alla terapeutica del cancro. Evidentemente il problema delle influenze cosmiche merita di essere studiato con particolare cura e la scienza moderna che analizza e studia con larghezza di vedute tutti i fenomeni potrà, se non risolvere, dare almeno un definitivo assetto a queste ricerche. 

Si son voluti attribuire all'influenza della Luna persino dei casi di morte repentina oltre ad aggravi di malattie. Cominceremo coll'accennare a qualche fenomeno verificato su alcui animali. Il Menuret riporta che il pesce esposto al lume della Luna perde il suo sapore, perciò gli spaguoli allunado. I muli, allorché son feriti, lassciati dormire alla Luna, nei prati, perdono l'uso delle loro membra; la piaga s'inasprisce, ciò che non si verifica in altri tempi. Anche gli uomini, dormendo alla Luna, restano "pesti e abbattuti"; egli riferisce che un tale, prestando nessuna fede alle dicerie, ebbe la costanza di passare tutta la notte alla finestra, esposto alla Luna, ma dové pagare cara la sua incredulità rimanendo a letto, indolenzito, un'intera settimana. 

Immantinente la nostra mente scorre a ricercare la causa nella rugiada notturna. " Ma ne ha ella sola la colpa ? Non diventerebbe la stessa più copiosa al lume di Luna ? " insinua il Toaldo (pag. 39). E lo stesso Montanari, pur distruttore dei pregiudizi astrologici, asserisce che " quel debole calore lunare che tanto nuoce a chi sotto i suoi raggi dorme, eccitando fermentazioni così intemperate nel corpo, e nel nostro capo e che tanti altri effetti in altre cose produce, può bene anch'egli gran parte avere in produrre, o per lo meno in coadiuvare, quelle fermentazioni che nell'aria si fanno ".  Evidentemente il Montanari si riferisce alle autorità di Plinio (9) e di Plutarco i quali affermavano che il lume della Luna favorisce la putrefazione delle sostanze organiche e sparge una una grande umidità su tutti i corpi che ne vengono colpiti direttamente. Il Toaldo (pag. 154), per quanto riguarda la mortalità, confrontando le epoche ed il numero dei morti dell'anno 1755 a Padova, trova che questo numero va aumentando e diminuendo proprio con le variazioni della marea, ossia con le fasi della Luna.  "Anche le morti repentine - egli dice - si accompagnano volentieri con quelle situazioni critiche della Luna ". Tutto questo si vedrebbe più chiaro se il numero delle osservazioni fosse esteso ad un gran numero di anni. Il medico inglese Mead nel suo libro " De imperio Solis ac Lunae in corpora Humana " dopo aver accennato alla teoria della gravitazione e quindi alla forza perturbatrice causata dal Sole e dalla Luna sui corpi terreni, passa a considerare alcune malattie e disturbi che sembrano presentare una certa periodicità in relazione alla rivoluzione della Luna : l'epilessia, la mania, le vertigini, le affezioni isteriche, la paralisi, le regole delle donne, il fluor bianco, l'emorragie, le ulceri, i dolori di reni, le febbri epidemiche, le pestilenze, le crisi nei morbi acuti. 

L'epilessia, che più volgarmente va sotto il nome di morbo sacro, mal caduco, ecc, nel napoletano vien chiamata ancora "mal di Luna", perché dalla più remota antichità si attribuiva al nostro satellite una spiccata influenza su questa malattia; oltre alle influenze meteorologiche ed ai cambiamenti di stagione come si può arguire dal seguente passo (10):  " Temporum quoque mutationes mutare possunt epilepticorum sortem si nempe tempora,  quae sua intemperie et inaequalitate excitare, vel saltem epilepticam fovere possunt mineram, cum regione simul in diversa mutentur, eas annui potissimum tempestates pro viribus declinando, in quibus suis epileptici corripi solent paroxismi; mutata nimirum regione, in qua nulla notetur tunc temporis ambientis, et noxia Coeli natura; ut si autunno de more ingrueret affectio, in regionem migret epilepticus, in qua non ita inaequale, et intemperatum sit hoc anni tempus, neque tanti ferax mali; et sic cadem proportione, et praecautione reliquas praecavendo anni tempestates. Temporum mutatione ulterius speranda epilepsiae soutio cum temporis tractu revera mutari possit astrorum aspectus, quorum influxui nonnulli potissimam tribuunt huiusce morbi causam, Lunae potissimum aspectibus, et motui : aspectibus, et motui : Unde plerique epilepsiam lunaticum dicere solent morbum, cum sane coeterisproximior hic Planeta rqliqua inter membra capiti potissimum praesideat, et cerebro dominetur "(11)

Le vedute moderne, relativamente alle influenze meteorologiche sul sistema nervoso non sono molto diverse dalle antiche, mentre l'influenza della Luna sull'epilessia è molto dubbia. Il Leuret (12), uno fra i primi che hanno studiato con metodo questa influenza, arriva alla seguente conclusione : "gli epilettici sono assaliti dal male tanto nel primo quarto tanto nella seconda metà del corso della Luna. In quanto alle epoche dei cambiamenti di Luna, il novilunio sembra piuttosto favorevole che nocivo, come vuole la tradizione."   Josat (13) invece riporta il caso di un giovane di 22 anni, il quale ad ogni plenilunio risentiva di una recrudescenza del male, tanto che gli accessi si elevavano al numero di 18 o 20 al giorno.  Delasiauve (14) nega ogni rapporto tra le fasi della Luna e la frequenza degli accessi, e fornisce le cifre seguenti in medie di accessi. Anche Berthier (15) trova risultati pressoché identici : 

secondo Delasiauve                       secondo Berthier

                                                      - per la Luna nuova               125 accessi                                       306

                                                  - per il primo quarto              129     "                                            376

                                                  - per la Luna piena                103     "                                            324

                                                  - per l'ultimo quarto              160     "                                            369

Da questo quadro appare un aumento di crisi durante il primo e l'ultimo quarto della Luna.  Schiaparelli (16) attribuisce la recrudescenza degli accessi, principalmente nell'ultimo quarto, alle variazioni meteorologiche. D'Accordo con lui è  Lombroso (17) il quale conclude che l'influenza lunare è dovuta ad un'influenza barometrica poiché i giorni nei quali gli accessi sono più numerosi sono appunto quelli che accompagnano o seguono le fasi lunari durante le quali si ebbe un tempo molto burrascoso e nuvoloso. Per lui il massimo degli accessi si verifica durante la seconda fase lunare (dal primo quarto al plenilunio) come appare dai seguenti risultati :

- dalla Luna nuova al primo quarto.......................189 accessi

- dal primo quarto al plenilunio.............................239    "

- dal plenilunio all'ultimo quarto...........................218    "

- dall'ultimo quarto alla Luna nuova.....................214    "

Tamburini (18) nota un aumento di accessi per ogni cambiamento di Luna. Alle stesse conclusioni di Lombroso e Schiaparelli arriva A. Marie (19) quando scrive che " l'azione lunare benché discutibile, sembra limitarsi ad un aumento nel numero degli accessi durante il periodo decrescente della Luna, ma quest'azione, ammettendo che sia vera, si ridurrebbe ad un'influenza barometrica molto lieve, corrispondente ai giorni di nuvolo e di tempesta".  Bombarda (20), ritiene nulla l'influenza dei periodi lunari; e L. Marchand (21), in base a ricerche personali, asserisce che le differenze nel numero degli accessi che si verificano nelle varie fasi della Luna sono sempre minime e irregolari.  Da nostre ricerche (22) risulta un notevole risveglio di accessi tra l'ultimo quarto ed il novilunio, mentre si ha la minima frequenza tra il primo quarto e la Luna piena. Intanto il problema della discutibile influenza della Luna sull'epilessia meriterebbe di essere studiato con maggior cura.  Senza citare tutte le innumerevoli forme di epilessie, basta ricordare che gli accessi nei diversi casi possono ripetersi con grande frequenza nel corso di un giorno, oppure essere molto radi nel corso di un anno e presentare una più o meno spiccata periodicità.  Ma più che gli accessi meritano maggior attenzione gli equivalenti epilettici (disturbi nervosi in genere) i quali, più che con la Luna, sembrano in relazione con fenomeni meteorologici e coll'attività fotosferica del Sole : infatti a noi sembra che le macchie solari (fig. 113), le facole e le protuberanze (23) (fig. 114) agiscano più evidentemente a provocare gli equivalenti anziché gli accessi. 

Fig. 113 - le macchie solari (nel loro passaggio al meridiano centrale del Sole), coll'emissione elettronica in fasci rettilinei investenti la Terra, influiscono patologicamente sugli organismi. Fig. 114 - Fiamme immense si elevano dalla superficie del Sole. Questa grande protuberanza, fotografata in luce di calcio il 9 luglio del 1917, è alta circa 250.000 km. Il dischetto bianco rappresenta, alla stessa scala, la Terra. 

Intanto queste forme morbose (equivalenti in genere) non presentando una notevole manifestazione apparente, nella maggior parte dei casi, dovrebbero essere annotate dall'individuo stesso (preventivamente istruito da un medico) il quale dovrebbe registrare il luogo, il giorno, l'ora del giorno e magari le condizioni meteorologiche, oltre alla forma dell'equivalente. Evidentemente gli accessi verrebbero anch'essi registrati aggiungendovi anche dei particolari. I dati di osservazione, sui quali è possibile eseguire uno studio più organico e più completo, potrebbero essere inviati ai più vicini Ospedali Psichiatrici. Secondo il nostro modesto parere, ammessa che vi sia un'influenza lunare sull'epilessia, sarebbe opportuno rivolgere l'attenzione principalmente su quei soggetti nei quali ai radi accessi fanno riscontro un numero maggiore di equivalenti. Tra questi bisognerebbe tener conto principalmente di quelle "aure epilettiche"che non sempre sono seguite dalla crisi convulsiva, ma che basterebbe una causa eccitatrice qualsiasi (per es. condizioni meteorologiche, posizioni della Luna, ecc.) ad essere la scintilla provocatrice dell'esplosone. Coloro che volessero ragguagli intorno alle influenze meteorologiche sulle crisi epilettiche possono consultare con vantaggio le opere qui contrassegnate coll'asterisco, e che sono state riportate dalla citata memoria del Marchand.  

Nel campo delle influenze lunari trova posto pur anche quella riguardante la generazione umana. Federico Hoffmann, nei suoi Opuscoli (Tomo I, pag. 143), parlando delle influenze celesti dice che di 20 bambini, nati nel mese di febbraio, 3 soli furono maschi, il rimanente, femmine. Nell' "Osservazione fisica della generazione dei maschi e delle femmine, adattata alle fasi della Luna" comparsa negli Atti di Lipsia, Tomo XI, pg.332, l'autore (I.C.H.R.G.) dopo di aver disputato sul nome di Lucina dato alla Luna, come assistente ai parti, attesta che un medico avendo fatto coprire alcune pecore, durante la Luna calante, nacquero tutte femmine. Ripetuto l'esperimento al tempo della Luna crescente, nacquero tutti maschi. Soggiunge inoltre che un risultato analogo fu ottenuto in esperimenti sulla razza umana. 

"Se ciò fosse vero (commenta il Toaldo a pag. 58), certamente una tal differenza non si potrebbe attribuire se non alla forza, ed al calore della Luna crescente da una parte, atta a produrre i maschi; dall'altra alla spossatezza della Luna calante, perciò non capace di far meglio che delle femmine.". Interessanti ricerche sulle nascite umane sono state eseguite da Arrkenius, Krafft e da altri. Il primo ha trovato una relazione tra la frequenza delle nascite umane (egli ha esaminato 25.000 casi) e la rivoluzione siderea della Luna che è di giorni 27,3. Il Krafft (24) prendendo in esame 2218 casi trova, riferendosi al ciclo giornaliero, che 40 minuti dopo il passaggio della Luna al meridiano inferiore il numero dei parti d'ambo i sessi diminuisce dal 20 fino al 50 % della media oraria; a questo deficit fa seguito però un aumento notevole. L'Autore conclude che la Luna agisce alle volte come fattore quasi inibitorio, in altre invece favorevolmente al fenomeno biologico del parto. 

Rispetto poi alle fasi, ossia al corso mensile della Luna, in base al grafico tracciato dal Krafft si deduce che durante la Luna Piena il numero delle nascite maschili va diminuendo fino a due giorni dopo il plenilunio : subito dopo segue un brusco aumento che rappresenta il massimo dei massimi delle nascite maschili. Il minimo invece si riscontra circa tre giorni avanti il plenilunio. Una certa costanza nel numero delle nascite si nota intorno alla Luna nuova per un periodo di circa 6 giorni (cioè 4 giorni prima e 2 dopo del fenomeno). Se poi si considerano complessivamente le nascite maschili e femminili si nota un massimo appena 40 minuti dopo il plenilunio; un altro due giorni dopo l'ultimo quarto; ed un minimo infine corrispondente al minimo già visto per le nascite maschili. In quanto poi alle posizioni della Luna, rispetto ai nodi della sua orbita basta osservare che il massimo dei massimi delle nascite d'ambo i sessi è in corrispondenza del nodo ascendente . Segue immediatamente un minimo di nascite maschili cui fa riscontro la completa assenza di nascite femminili. Altri massimi si hanno a circa 90 gradi dai nodi, ossia alle massime latitudini celesti boreale ed australe della Luna. 

Il Krafft, mettendo in relazione le nascite maschili con le posizioni della Luna nelle varie costellazioni dello Zodiaco, è dell'opinione che tra il fenomeno del parto maschile e lo spostamento eclittico della Luna esista certo qualche relazione. Non solo rispetto alla Luna, ma anche in relazione al Sole il Krafft ha fatto le sue ricerche, citando in proposito anche gli studi del Goehler, eseguiti in base a ben 90.000 nascite. Ma ciò che attira anche maggiormente l'attenzione dei moderni biologi sono le osservazioni sulla maturità sessuale di alcune specie di animali marini in rapporto alle fasi della Luna. Tale possibile influenza non era sfuggita all'occhio vigile degli antichi per quanto riguarda principalmente alcune specie di Echinodermi, Molluschi e Crostacei. 

Aristotile dice che i ricci di mare al tempo del plenilunio hanno gli ovarii più sviluppati. Lucilio afferma che la Luna fa crescere le ostriche e riempie i ricci. Cicerone riporta che le ostriche ed i molluschi crescono e decrescono con la Luna. Ugualmente dicono Orazio, Manilio, Plinio, S. Agostino; ed infine Bacone (25) asserisce che durante il plenilunio persino i cervelli dei conigli, delle beccacce e dei buoi sono più pieni. All'inizio del secolo ventesimo, ma più spiccatamente verso l'ultimo decennio i biologi hanno eseguito osservazioni importanti. Per alcune specie di Celenterati, Echinodermi, Molluschi e Crostacei la maturità sessuale si verifica durante la Luna Piena. In California si è osservato un massimo di abbondanza del plancton delle acque dolci per le alghe al tempo del plenilunio. Non mancano osservazioni anche nel regno vegetale : al Cairo si son fatte misure sull'accrescimento di una zucca (Cucurbita pepo) e si è visto che esso risulta maggiore durante la Luna piena. Come pure vi sono dei fiori che girano ugualmente verso la Luna come verso il Sole. Altri animali marini fecondano durante le sigizie (novilunio e plenilunio); fra questi è un Nereide : il Ceratocephale Osawai, comunissimo a Tokio. Le uova di un Anellide : l'Amphitrite ornata, maturano durante le sigizie di giugno, luglio e agosto. Fra i Platodi la fecondazione della Convoluta roscoffensis si ha in primavera soltanto durante le maree sigiziali. Alle Bermude vive un sillide fosforescente, l'Odontosyllis enopia, che si riproduce nel mese di luglio durante l'ultimo quarto della Luna. Pure durante l'ultimo quarto ed il novilunio avviene la fecondazione di un altro nereide : Nereis irrorata; si è osservato tuttavia un solo caso nel mese di settembre, a Luna piena. Anche verso l'ultimo quarto della Luna, nei mesi di ottobre e di novembre, alle Isole Samoa appare alla superficie un verme chiamato palolo dagli indigeni, e in termine scientifico Eunice viridis. Quest'epoca è molto festeggiata dagli abitanti delle isole perché proprio allora compaiono in gran quantità certi pesci, granchi di acqua dolce; e parecchi frutti maturano. 

Durante il primo ed ultimo quarto si ha la fecondazione di un altro Odontosyllis, nella Columbia inglese, e del Nereide : Platynereis dumerilii nel Golfo di Napoli. Che la fecondazione di altri animali sia in relazione alle fasi lunari è stata accertata nel Nereis limbata, in certi anellidi ed in alcune alghe; senza tener conto di altre maturazioni in talune specie verificatesi alcuni giorni dopo il primo quarto; in altre, in un paio di giorni dopo il novilunio, ed in altre ancora tre giorni dopo l'ultimo quarto. Infine il Petterson studiando le variazioni della pesca delle aringhe nel Kattegat, in base a statistiche di pesca, comprendenti 150 anni, ha constatato una periodicità di pesche abbondanti di 18,7 anni circa, valore che coincide con lo spostamento dei nodi dell'orbita lunare : ciò "può spiegarsi - dice il Prof. Zirpolo - con le variazioni delle correnti di marea all'entrata del Baltico" (26)

Uno dei fenomeni più notevoli legati agli eclissi e principalmente a quelli di Sole è l'effetto prodotto, sulla maggior parte degli uomini e degli animali, dell'oscuramento del Sole e dal conseguente abbassamento di temperatura. Erodoto (27) racconta che durante una battaglia combattuta fra Lidi e Medi si verificò un eclisse di Sole; i soldati presi dal terrore, per il sopravvenuto fenomeno, deposero le armi e si riconciliarono. Il pilota che guidava la nave di Pericle, al tempo della guerra peloponnesiaca, spaventato per un eclisse rimase interdetto, ma il buon senso di Pericle valse a ridonargli la calma, poiché avendogli messo il proprio mantello dinanzi agli occhi gli disse: " che differenza c'è tra il mio mantello e ciò che produce l'eclisse se non questa : che ciò che produce le tenebre è una cosa più grande del mio mantello ? ". Gl'Incas, allorché si everificava un eclisse di Luna, per scongiurare il pericolo che questa, morendo, precipitasse sulla Terra ammazzandoli, s'illudevano di guarirla istigando i cani ad abbaiare, ritenuti amici del satellite. In tale contingenza gl'Indiani del Perù supplicavano con dolci nomi la candida Cinzia : Mama Quilla !  Mama Quilla !  (Mamma Luna, Mamma Luna).

Scrupolose osservazioni di vari fenomeni, verificati durante l'eclisse solare dell'8 luglio 1842, sono citate dall'Arago (pag. 294).  " E' noto che le galline, non attendono mica che l'eclisse sia giunto al suo pieno per andarsi a rincantucciar nel pollaio; ma non appena i raggi del Sole ritornano a sfavillare, il gallo fa udire il suo canto mattutino e sembra rallegrarsi nel veder cessato il lutto della natura ".  Anche gli uccelli cessano di volare e le rondinelle si mostrano agitate man mano che l'oscurità progredisce. L'Astronomo Riccioli assicura che durante l'eclisse del 1715 si videro persino cader morti dallo spavento alcuni uccelli. Anche i colombi hanno mostrato segni di terrore. Nel mentre che cotesta strana notte si avvicinava, si sono riuniti in cerchio volando per ogni verso e nella massima confusione, senza poter raggiungere le torri che abitavano. Persino le nottole, credendo che fosse sopraggiunta la notte, volavano come se questa dovesse avere una grande durata. Effetti sensibili si sono verificati ancora su altri animali : "Così i buoi si arrestavano nel tracciare il solco, ad onta del pungolo che li incitava. Altri che non erano aggiogati si posero a muggire, e molti di quelli che pascevano nelle paludi si sono riuniti in cerchio ponendo le loro corna le une contro quelle dell'altro, appunto come sogliono nel momento di un uragano, o di una forte burrasca. In molti altri luoghi gli stessi animali si sono disposti in cerchio addossandosi l'uno all'altro, protendendo le corna in fuori come per resistere ad un assalto". Fenomeni identici si sono verificati su cani, montoni e persino sulle formiche. Queste durante la fase totale abbandonarono i loro fardelli rifugiandosi tutte nel loro covo. 

Ma ciò che maggiormente importa sono gli effetti che gli eclissi producono sull'uomo. Per quanto riguarda le crisi epilettiche, Tamburini (28) ha notato una sospensione di attacchi nel giorno dell'eclisse solare del 6 aprile 1869; mentre la vigilia erano stati in numero di 12.  Nell'altro eclisse dello stesso anno, il 19 settembre, verificò 7 accessi contro 17 della vigilia. Lombroso (29) che ha fatto parecchie osservazioni sull'azione degli eclissi di Sole del 14 aprile 1866 e del 5 marzo 1865, non ha trovato nulla di concreto, e considera questa influenza come problematica. Egli fa le stesse considerazioni a proposito degli eclissi di Luna. Anche per le altre malattie si sono verificati dei casi notevoli e qualche volta anche su persone sane (v. Toaldo, pag. 58

Note :

- 1):  A. Castiglione, Storia della medicina. Unitas, Milano, 1927.

- 2):  Eudosso di Cnido, nato verso il 408 a. C. morto verso il 355. Fu uno dei più grandi geni scientifici della Grecia; molto versato nelle matematiche e nell'astronomia, scrisse, oltre a trattati scientifici, anche delle opere di carattere filosofico.

- 3):  Pico Giovanni, principe della Mirandola, fu il più celebre dotto del secolo XV. In una sua opera: "Disputationes adversus astrologiam divinatricem", lib. XII  (Bonon. 1495), combatté le dottrine astrologiche con validissimi argomenti. Nato nel 1463, visse appena 32 anni.

- 4):  Chimico e fisico svedese : nato nel 1859 presso Upsala morì a Stoccolma nel 1927.

- 5):  Die geopsychischen Erscheinungen, Engelmann, Leipzig, 1932.

- 6):  Ch. E. Krafft, Possibilitès d'un caracterologie basèe sur la cosmobiologie. L'Hygiène mentale, Dèc., 1931.

- 7):  Celebre psichiatra, nato a Torino nel 1835. Insegnò Psichiatria a Pavia, e poi all'Università di Torino, ove morì nel 1909. 

- 8):  L'oscillation cellulaire. Doin, Paris, 1931.

- 9):  Plinio il vecchio, nacque a Como nel 23 dell'Era volgare e morì nel 79 nell'osservare l'eruzione del Vesuvio. Delle sue opere ci son pervenuti 37 libri della "Storia naturale".

- 10):  Magnus Hippocrates Medico-Moralis - Ad utramque corporum scilicet, ..... Aphorismorum expositionem accomodatus - Authore Fr. Dom. Barisano - Torino MDCLXXXII.

- 11): "Anche i cambiamenti di stagione possono influire sullo stato degli epilettici. Difatti, poiché in ogni regione mutano le stagioni, le quali con l'inegual loro varietà di temperatura possono provocare o almeno favorire le crisi epilettiche, ne viene che gli epilettici trovando rimedio, secondo che è possibile, in quelle epoche dell'anno sopratutto, nelle quali sogliono essere assaliti dai loro parossismi, potranno cambiare il loro stato; e ciò col trasferirsi in un paese, dove in quell'epoca non abbiano a temere alcun male né da parte delle condizioni meteorologiche né dagli aspetti del cielo. Così se di solito il male lo assale in autunno, l'epilettico si trasferisca in un paese ove questo periodo dell'anno non è così ineguale e variabile, né tanto favorevole al male; e similmente faccia attenzione premunendosi nella stessa guisa dalle altre stagioni dell'anno. Col cambiamento di tempo è da sperarsi un miglioramento nello stato della malattia, quando col volger dei mesi si ha un reale mutamento nell'aspetto degli astri, all'influenza dei quali e specialmente delle fasi ed alle posizioni della Luna alcuni attribuiscono la causa principale di questo male : onde parecchi sogliono chiamare l'epilessia "mal di Luna", perché certo più vicino degli altri, questo Pianeta influisce più sul capo che sulle membra, e domina il cervello. " 

- 12):  Archiv. gèn. de medicine. 4° sèrie, 1843, t. II.

- 13):  Recherches historiques sur l'epilepsie. Acad. imp. de Mèdicine, 1856, pag. 25.

- 14):  Traitè de l'epilepsie, 1854, pag. 127.

- 15):  De l'influence de la Lune. Thèse de Paris, 1868.

- 16):  Citato in Traitè international de psychologie pathologique. Tomo III, pag. 886.

- 17):  De l'influence des phènomènes atmosphèriques. Congrès aliènist internat., 12 aout, 1867; Archiv. Ital., 1867.

- 18):  Osservazioni meteorologiche eseguite nell'asilo di Reggio. Citato in Traitè internat. de psychologie pathologique.

- 19):  Traitè international de psychololie pathlogique. Tomo III, pag. 795.

- 20):  Les conditions dèterminantes de l'accès èpileptique.  A. Medic. Contemp., N. 17, 1896.

- 21):  Des influences cosmiques sur les accidents èpileptiques. L'Hygiène mentale, dèc. 1931.

          * C. Bellavitis, I fenomeni meteorologici in rapporto alle malattie mentali, in particolare con l'epilessia. Note e Riv. di Psichiatria, 1930, N. 1.

          * Buscaino, Distribuzione geografica dell'epilessia e del gozzo in Svizzera. Riv. di patol. nerv. e ment., aprile-maggio, 1925, pag. 31.

          * P. Hartenberg, Les conditions favorisantes des paroxysmes èpileptiques. Presse Medicale, 30 avril, 1924, pagg. 379-381.

          * Lovner, Influences mètèorologiques sur les èpileptiques. Archiv. fur Psychiatrie, Tomo XLI, fasc. 3, 1906.

          * A Marie et Nachmann, Influence de la pression atmosphèrique sur les crises èpileptiques. Archiv. di antrop. criminale, psich. e medic. legale, luglio, 1913.

          * Reich, Influence des facteurs mètèorologiques sur la marche de l'èpilepsie. Centralbl. f. Nervenh., mars, 1903.

- 22):  A. Fresa, Le crisi epilettiche in rapporto ai fenomeni naturali, cosmici e geofisici. Archivio generale di neurologia, Psichiatria e Psicoanalisi, 1932, Vol. XIII, fasc. I.

- 23):  Questi fenomeni vengono sistematicamente fotografati o semplicemente osservati in parecchi Osservatori del mondo : in Italia in quelli astrofisici di Arcetri e di Catania, ed in quello astronomico del Campidoglio in Roma.

- 24):  Ch. E. Krafft, Influences solaires et lunaires sur le naissance humaine. Maloine, Paris, 1928.

- 25):  Celebre francescano inglese, soprannominato il "dottore mirabile"; nacque nel 1214. Si dedicò allo studio delle scienze fisiche e, come Platone, considerò le matematiche quale fondamento delle altre scienze.

- 26):  Maturità sessuale e fasi lunari. Rivista di Fisica, Matem. e Scienze nat., anno III (serie 2°), N.8, pagg. 401-2.

- 27):  Celebre storico greco, nato verso il 484 a. C.

- 28):  Riportati dal Marchand nella memoria citata a pag. 303.

- 29):  Riportati dal Marchand nella memoria citata a pag. 303.

 

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