Astrronomica Langrenus


                


A) Aurore Boreali osservate da Cremona:
  • Anno 1737 - pagina 101 (I° vol): "Da un cronista vien menzionato come straordinario e spaventoso un fenomeno che fu osservato il dì 17 Dicembre di quest'anno (1737), in cui per tutta la notte apparve il cielo color di sangue, e con tanta luce come se fosse stata risplendente la luna. Una tale apparizione però non fu che un'aurora boreale".
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  • Anno 1831 - pagina 738 (I° vol): "La notte del 7 gennaio 1831 apparve un'aurora boreale, straordinaria per la sua intensità ed estensione".

B) Comete osservate da Cremona dal 1223 al 1853:
  • Anno 1223 - pagina 517 (I° vol): "Il 21 aprile (Campi) si fece sentire altro tremuoto circa la mezzanotte con ispavento de' cittadini. Dalle croniche di Bergamo, giusta il Ronchetti, rilevasi che il primo di settembre apparve verso occidente una Cometa assai meravigliosa. In quest'istesso anno l'imperatore Federico colla di lui consorte Violante, figlia di Giovanni re di Gerusalemme, venne a Cremona, e promise agli abitanti di difenderli da qualunque loro nemico".
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  • Anno 1240 - pagina 525 (I° vol): "Sulla fine di quest'anno apparve una Cometa, presagio (secondo quei tempi) di future calamità. Rinaldo o Rainaldo d'Aquanegra o Aquaviva, uomo di gran valore, giusta il Campi, coprì nel seguente anno la carica di podestà".
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  • Anno 1264 - pagina 537 (I° vol): "Apparve in luglio una grandissima Cometa che durò fino al principio d'ottobre, era il suo corso dall'oriente verso l'occidente (Campi)". Era l'anno 1265 e la Lombardia fu quasi tutta in armi per la calata dell'esercito francese, raccolto per ordine del conte Carlo D'Angois re di Sicilia".
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  • Anno 1402 - pagina 595 (I° vol): "... Ma il contagio che molti luoghi d'Italia (Lancetti) avea desolato giunse a Pavia, e costrinse Gian Galeazzo a rifuggisrsi nel castello di Marignano (Melegnano), ove pur la morte lo colse il giorno 3 di settembre in età d'anni 55. Principiò questo duca il duomo di Milano il dì 5 marzo 1386; fondò la Certosa di Pavia nel 1396, in cui volle essere sepolto, fece buone leggi, promosse l'agricoltura e le lettere: fu principe ipocrita, astuto, ma non crudele. Riferisce il Campi che avanti la resa di Bologna apparve una terribile cometa che si vedeva giorno e notte, e durò per quasi tutto il mese di maggio e di giugno, il che si credette (dal volgo) esser stato presagio della morte di quel principe".
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  • Anno 1456 - pagina 689 (I° vol): "Il 23 marzo del seguente anno (1455), essendo podestà al dir del Bresciani Paolo Mandello milanese, e giusta il Cavitelli Giacomo Castiglioni stessa patria, la duchessa Bianca Maria ebbe nel castello di Santa-Croce in Cremona un figlio, a cui fu posto nome Ascanio Maria. Il chiarissimo Aporti accenna questa nascita all'anno 1451. Apparve in giugno del successivo 1456 una Cometa avente lunghissima coda".
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  • Anno 1468 - pagina 690 (I° vol): "... Vuolsi altresi che Galeazzo facesse avvelenare la sua prima moglie Dorotea Gonzaga, onde isposarsi, come fece, a Bona di Savoja il 6 luglio 1468, essendo podestà Giovanni Baldovino pavese. Apparve nell'ottobre di quest'anno una piccola Cometa. Il 20 giugno del 1469 (Pietro Eustachio podestà) nacque dalla duchessa Bona Giovanni Galeazzo. Per decreto del duca Galeazzo Maria furono selciate tutte le strade della città di Cremona con ciottoli nel mezzo, e dalle parti con mattoni cotti".
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  • Anno 1472 - pagina 690 (I° vol): "Asserisce il Gionta che  apparve il 5 gennaio di quest'anno una grande Cometa, e che videi fino ai 29 dello stesso mese. Si accenna che certo Bartolomeo da Cremona (se ne ignora il cognome) fu il più antico de' cremonesi che tenesse tipografia, il quale stampò in Venezia in quest'anno il Virgilio in foglio".
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  • Anno 1500 - pagina 694 (I° vol): "Apparve nel predetto anno 1500 una grande Cometa L'Italia fu travagliata da siccità. La state distinta da una grande quantità d'insetti e da singolari macchie ai corpi ed agli abiti degli uomini, cui susseguì una peste. - saremmo ciò non pertanto superstiziosi qualora volessimo ritenere come conseguenze della Cometa codesti fisici sconcerti. se nel volgo sono alquanto spenti (scrive Schumak) i pregiudizi che le Comete abbiano qualche influenza morale su di noi e sulle cose mondane, troviamo all'incontro vieppiù radicata la credenza che questi corpi celesti abbiano rimarchevole influenza sulle nostre stagioni e sul prosperare dei prodotti campestri. Non sarebbe qui difficile confutare tali opinioni con fatti dimostranti del tutto l'opposto. Così, per esempio, si ricorderanno molti della gran Cometa del 1811, che apportava una caldissima state ed una ricchissima raccolta, specialmente di un vino così eccellente che perfino anche oggidì in varie regioni viene appellato: Vino della Cometa".
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  • Anno 1505 - pagina 694 (I° vol): "Si ebbero per podestà o pretori ne' seguenti anni: Paolo Barbo o Balbo, giusta il Cavitelli. 1502 Paolo Pisano cavaliere. 1503 Girolamo Donato cavaliere, alla munificenza del quale va Cremona debitrice, togliendola dal passato squallore col ristorare molti pubblici edifici ed altri in bella forma edificando. Morì in questo anno il patrizio cremonese Zanardo Bagarotto vescovo di Sutri e Nepi (ora borghi nella Romagna). 1504 e 1505 Bartolomeo Emilio.   Apparizione d'una Cometa".
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  • Anno 1506 - pagina 694 (I° vol): "1506 Lorenzo Priolo. Anche in quest'anno videsi un'altra Cometa. I Veneziani fecero porre sulla sommità della torre maggiore un leone di pietra dorato, che poco dopo da una folgore fu ridotto in pezzi. 1508 Luigi Mula che anco nel prossimo anno esercitò la sua carica".
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  • Anno 1510 - pagina 695 (I° vol): "Crucciandosi si i Francesi che gli Spagnoli nel veder intorno a questo tempo tanta bella parte d'Italia a' Veneziani soggetta, convennesi di aprire in Cambrai (piazza delle parti forti di Francia nel dipartimento Nord) la famosa lega tra l'papa Giulio II, l'imperatore Massimiliano I, Lodovico XII re di Francia e Ferdinando il cattolico re di Spagna, conchiusa il 10 dicembre detto anno 1508,dichiarando la guerra all'invidiata veneta repubblica. La battaglia seguita in Agnadello (Provincia di Lodi) il 4 maggio 1509 fece perdere ai Veneziani molte loro provincie e così pure Cremona, la quale assediata dall'esercito francese dopo breve resistenza si arrese; ed ai 23 di giugno Lodovico XII vi entrò trionfante, con mirabile pompa ricevuto, trattenendovisi per alquanti giorni; indi tornò a Milano, e fu in Cremona mandato per podestà Francesco Balcio francese, anche pel prossimo anno 1510, in cui apparve una Cometa".
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  • Anno 1512 - pagina 695 (I° vol): "Stabilitasi nell'istesso anno una lega per discacciare i Francesi d'italia, Cremona s'arrese all'esercito della lega che se ne impadronì ai 13 giugno 1512 a nome di Massimiliano Sforza figlio di Lodovico morto già prima in Francia. Non fu si tosto assunto al ducato Massimiliano che impose a Cremona una taglia di 15 mille ducati d'oro, ed un'altra di 2 mille in particolare all'Università de' Mercanti. Apparve una Cometa. L'arciprete della Cattedrale Giacomo Schizzi con atto 6 aprile fondò cinque mansionarie, e nell'anno susseguente ne aggiunse una sesta".
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  • Anno 1514 - pagina 695 (I° vol): "Nel 1513 fu podestà Lodovico Gallarato, e nel successivo Bernardo de' Conti. Videsi pure una Cometa. Ma nel 1516, Bernardino Carnevali pavese podestà, discese Francesco I re di Francia in Italia, invase lo Stato di Milano, e mandò il duca Massimiliano in Francia con una pensione. Cremona si arrese ai 15 di settembre a Teodoro Trivulzio maresciallo al servigio di Francia".
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  • Anno 1516 - pagina 595 (I° vol): "Furono i nostri cittadini di molto contristati da tumulti bellici nel seguente 1516 (essendo podestà Guido Materono da Granopoli, che tenne la sua carica fino a tutto il 1521). Demolirono i Francesi i merli delle mura della città, atterrando pure alcune torri de' privati; e molte gravissime contribuzioni eziandio imposero. Anche in quest'anno apparve una Cometa. Asserisce il Campi che nel susseguente 1517 predicò nel mezzo della piazza maggiore un giovinetto dell'età di 11 anni, frate di San Francesco, con grande meraviglia degli uditori che in gran numero vi erano accorsi".
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  • Anno 1522 - pagina 696 (I° vol): "Finalmente dopo varie vicende colle altre città del ducato venne Cremona ai 4 luglio 1522, trovandosi podestà Barnaba Pozzo piacentino, nelle mani dell'esercito imperiale, rimanendo ancora a' francesi il castello, che si arrese nel febbraio del 1524, essendo podestà Teodoro Ossio milanese. Si fa cenno che nel 1522 apparve una Cometa, e gli alberi fiorirono di nuovo in autunno, ed in ottobre si portarono fragole sul mercato".
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  • Anno 1530 - pagina 697 (I° vol): "Per decreto di Francesco Sforza s'incominciò a quest'anno 1530 a confermare i podestà di Cremona per un biennio. Agostino Somenzi nobile cremonese fu dal duca onorato del grado di senatore del consiglio segreto ducale, e Stefano Gusperto pur cremonese fu segretario del detto consiglio. Apparve una distinta Cometa. Il Po, che a qe' tempi radeva le mura della città, fece cadere a' 23 di settembre per grande alluvione da 60 braccia delle dette mura, ed a' 27 stesso mese ne ruinò più di 80 braccia".
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  • Anno 1532 - pagina 697 (I° vol): "Laonde dell'imposto aggravio più che ogni altri risentendone la plebe, un'orrenda sedizioneinsorse tra essa il 26 giugno, capo della quale fu certo Lucchetto, e la concitata ira sfogò contra i nobili. I tre deputati al governo della città, il conte Giorgio da Persico, Nicolò Cauzio e Nicolò Petronio vennero uccisi nella Cattedrale, e le case di molti altri nobili orribilmente saccheggiate (Gadio). Una grande Cometa si fe' vedere tutto il mese d'agosto. Il celebre cremonese Girolamo Vida fu eletto vescovo d'Alba (in Piemonte) dal pontefice Clemente VII.
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  • Anno 1556 - pagina 701/702 (I° vol): "Correndo l'anno 1556 l'imperatore Carlo V rinunziò gli Stati di Germania al fratel suo Ferdinando, i regni di Spagna e Sicilia con gli altri Stati all'unico figliol suo Filippo, che divenne il secondo di questo nome nella serie dei re spagnuoli. Comparve il 5 marzo una grande Cometa. La gran Cometa fu veduta sopra la Spiga, stella di prima grandezza, presso l'ala sinistra nella costellazione della Vergine, d'onde passò e fu veduta li 8 marzo sotto le ginocchia di Boòte (segno celeste settentrionale formato di 33 stelle), Il 9 stesso mese trovavasi presso Arturo (stella fissa situata nel segno del Carro), onde quasi nella circonferenza del massimo circolo cioè per la rettissima via sembrò accostarsi al polo boreale dello Zodiaco, ed allora lasciatolo a destra, si accostò con gran velocità al polo del mondo, indi quasi discendendo dal vertice si diresse verso Saturno che allora era nell'Ariete. E come prima si avanzò dalla Libbra contro l'ordine dei segni (secondo la longitudine) così dopo, imitando il moto di Saturno procedette secondo l'ordine dei segni da Andromeda fino al segno dei Pesci, ove si estinse. Allora tanto i raggi quanto il corpo di essa si cangiarono, ed i raggi che alla sera erano diretti a mezzodì, dopo la mezzanotte furono rivolti al tramonto; nè ebbe la chioma avversa al Sole finchè fu dal medesimo lontana almeno un quarto di circolo. Avvenne pure, che allontanatasi ancor più dallo Zodiaco,si potè scorgere la mattina e la sera fin quando si nascose sotto l'orizzonte. Questa Cometa venne in allora attentamente osservata da vari letterati, e fra questi specialmente da Paolo Fabricio dottore in medicina e matematico imperiale, il quale parlando in un suo scritto di questa Cometa, ne annunciava il ritorno per l'anno 1856, invitando chi bramasse maggior dilucidazione a leggere il suo opuscolo: Judicium de Cometa ecc, ove egli avrebbe registrato giornalmente le osservazioni fatte sulla Cometa in discorso. Ma questo stampato Judicium ecc di Fabricio non si è potuto oggi rinvenire, ed è stato l'oggetto di premurosa ricerca degli astronomi, e fu pur nel principio del detto scorso anno argomento d'un pubblico invito ai bibliotecari da parte del celebre astronomo K. L. Littrovv direttore dell'Osservatorio astronomico a Vienna (Schumah). La questione fattasi palese in diversi giornali sull'epoca di riapparizione di questa Cometa ha assunto la natura di una predizione o profezia vaghissima, come infatti abbiamo sperimentato non avendo veduto apparire la Cometa nè nel mese di luglio dell'anno andato, come pretesero alcuni articoli anonomi sparsi nei giornali francesi; nè in agosto, come vollero diversi giornali inglesi e belgici; nè nei mesi di settembre ed ottobre, come molti giornali han preteso. Dopo aver veduta fallita la lor profezia per le suddette epoche, ne aspettavano l'apparizione chi in gennaio, e chi nel giugno (e precisamente il dì 13, cadente in sabato), del presente anno 1857: ma di questa determinata comparsa del bell'astro nessuno degli assennati e circospetti astronomi ha pronunziato sentenza, nulla avendo trovato nè lor calcoli di positivo, perchè difettanti di base matematica. Non furono che vaghe e, puossi dire, stolte voci di taluni che, quasi volessero alle ombre dar forme di corpo o valore di realtà a mere e lontanissime conghietture, andavan qua e la disseminando dover veramente apparire la stella nel detto giorno 13; e per metter del torbido e preoccupar le menti del volgo (già ahi ! troppo proclive alla superstizione) dè più strani pregiudizi, scaltramente aggiunsero che l'infausto astro l'ultima ora segnava dell'esistenza dè mortali sulla terra, dovendo questa per lo intenso ardore o terribile scossa incenerita o subissata rimanere. Gran parte del volgo infatti al tetro pensiero dell'apparizione della stella, stava attendendo sbigottita il dì del gran cataclisma o dell'eccidio estremo del mondo. Per quanto gl'illuminati di tòr dalla lor mente la sognata chimera e di dispor gli animi a tranquillità si sieno studiati, non sonosi tuttavolta indotti a convinzione, se non nel dì stesso, che la terra e sè stessi vidersi illesi dalla fantasticata catastrofe, e per soprappiù nemanco la Cometa d'apparir si compiacque. Di quali tristi e fatali conseguenze non son mai causa l'ignoranza e la superstizione ! Tanto è stata sinistra la prevenzione di molti intra la plebe, e più tra il debil sesso, che non si andrà errato l'asserire, che se anche solo fosse apparsa la cometa (che il suo avvenimento, che può esser ad ogni istante nel successivo tempo, altro non sarebbe stato che un percorrere la sua orbita, giusta le leggi che Natura alle Comete ha imposto), alla semplice vista di essa soltanto si sarebber veduti cader tramortiti al suolo, come quegli che da folgore è percosso. Eppure a quest'istesso anno sono apparse due Comete (forse l'una o l'altra, giusta il parere d'alcuni, è quella stessa del 1556, attesochè le Comete attraversano gli spazi celesti in tutte le direzioni, e perciò aver preso un diverso corso, a differenza dei pianeti che si muovono d'occidente in oriente in una fascia sferica di circa 16 gradi di larghezza): la prima fu veduta in sull'iniziato gennaio all'estremità meridionale della California; la seconda al Capo di Buona Speranza sul declinar di giugno, e nè quella, nè questa non hanno fatto male, come s'esprimono i giornali, ad una mosca; giacchè, come abbiamo altra volta accennato, le Comete non sono messaggiere di strani o funesti eventi; e se non fosse lecito distruggere in esse alcun carattere eventizio, ne sia invece concesso considerarle quasi nostre amiche. "Il capolavoro della divina mente - dice il celebre Cagnoli - fu quello di collocare i corpi celesti a distanze reciproche distribuite in si giusta proporzione delle masse loro, che dalle attrazioni scambievoli, combinate con la prima spinta per linea retta, dovessero nascere que' maravigliosi moti orbicolari che osserviamo, e de' quali, non che delle eventuali e continue, ma piccole alterazioni loro, rende ragion puntualissima l'unica legge Newtoniana; senza che l'equilibrio delle reciproche azioni venga meno giammai, nè alcun corpo urti l'altro, od induca sconcerto nel venustissimo ordine universale". Ed il dottor Brevver riportato dal dottor Agostino Tozzi, scrive "Che la superstizione ha attribuito, senza una ragione, delle influenze cattive esercitate dalle Comete sopra la terra: e vi sono degli uomini pei quali la superstizione tien luogo della ragione: ma ognuno che abbia criterio deve abbandonare questi folli pregiudizi, e persuadersi che le Comete sono assolutamente estranee ai cambiamenti cui va soggetta la terra".

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  • Anno 1558 - pagina 703 (I° vol): "A' 13 febbrajo del 1558 morì in Brusselles (capitale del Belgio) il patrizio cremonese Giovanni Battista Schizzi, reggente ne' Paesi Bassi (ora belgio ed Olanda); ed il 21 di settembre compiè i suoi giorni l'imperatore Carlo V di soli anni 58 nel monastero de' Gerolomini in Estremadura, (provincia di Spagna) ove per occupare il tempo ne' 19 mesi che vi dimorò si diede a fabbricare orologi. Apparve una Cometa".
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  • Anno 1559 - pagina 703 (I° vol): "Morì in Roma l'insigne medico cremonese Matteo Realdo Colombo, mentre commetteva alle stampe la celebre sua opera: De re anatomica. Si accrebbero di molto quest'anno gl'Israeliti in Cremona, provenienti da ogni parte d'Italia, daddove erano discacciati. Fu veduta una Cometa. Nel seguente 1560 fu grande penuria di frumento".
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  • Anno 1572 - pagina 704 (I° vol): "La cremonese Partemia Galerata Mainolda figlia di Agostino Galerato, letterata gentildonna e peritissima della lingua greca e latina passò a miglior vita il 6 agosto del 1572, essendo podestà Francesco Rincono spagnolo. Si promulgò a quest'anno in Cremona la prammatica per gli abiti, pe' conviti e pe' funerali, passata poi in disuso nel progresso degli anni (Arisi). Apparve una Cometa".
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  • Anno 1578 - pagina 705 (I° vol): "Sui primi di novembre del prossimo anno (podestà Camillo Cattaneo Valiano milanese) apparve una gran Cometa con lunghissima coda verso oriente, e durò più d'un mese".
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  • Anno 1580 - pagina 706 (I° vol): "Nel 1580 apparve una grande Cometa. Si vide a quest'anno la grippe sparsa sopra quasi tutti i prodotti della terra, e precipuamente ne furono coperte le uve (Effem. Cron.). Fu eletto nel 1581 podestà Alfonso Lopez spagnolo, mentre il patrizio cremonese Lodivico de Aimi venne ascritto nell'ordine de' senatori di Milano".
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  • Anno 1585 pagina 707 (I° vol): "Il cardinale vesc. Nicolò Sfondrati intervenne al Conclave per l'elezione di Sisto V. Spiacentissimi i cremonesi in veder continuata la dimora degli ebrei in città per le prevaricazioni de' cristiani, cui essi eran d'occasione per diversità di culto e disciplina, presentarono una rimostranza verso quest'anno alla corte, chiedendo che fossero espulsi. Deducesi tuttociò da allegazioni stampate e manoscritte in causa degli ebrei, le quali esistono nel museo Ponzoni e furono dal chiarissimo Aporti consultate. In quest'anno apparve una Cometa".
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  • 2Anno 1590 - pagina 707 (I° vol): "...In quest'istesso anno, in cui apparve una grande Cometa, il cardinale Nicolò Sfondrati ritornò a Roma per l'elezione di un successore al ponteficie Sisto V, che avvenne in Urbano VII. Ma questi morì dopo 13 giorni, onde il nostro Nicolò Sfondrati ebbe per la terza volta ad entrare in conclave, e allora di unanime consentimento del sacro Collegio fu creato Sommo Ponteficie ai 5 dicembre con nome di Gregorio XIV".
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  • Anno 1593 - pagina 708 (I° vol): "Nell'anno 1593 e nel successivo biennio 1594, 1595 coprì la carica di podestà Mario Conrado lodigiano. Si accenna che nel 1593 ebbe fama di distinto medico il patrizio cremonese Sigismondo Brumano, che dal ponteficie Clemente VIII fu nominato protofisico generale di tutto lo Stato Ecclesiastico (Arisi). Videi a quest'anno una grande Cometa".
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  • Anno 1596 - pagina 708 (I° vol): "L'innoltrata rimostranza della città di Cremona alla corte del 1585, come si è ricordato, al fine d'ottenere la totale espulsione degli ebrei si dalla città, che dai borghi del contado, ebbe nel 1595 (giusta il dotto Aporti, e secondo altri nel 1598) il suo pieno effetto. Pei due consecutivi anni 1596 (apparizione di una Cometa) e 1597 fu podestà Francesco Glussiano milanese, e nei prossimi 1598 e 1599 Giovanni Martinez spagnolo".
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  • Anno 1652 - pagina 715 (I° vol): "Nel biennio del 1650 e 1651 ebbesi a podestà Nicola Fernando de Castro spagnolo, e nel 1652 e 1653 Luca Pernigotto da Tortona. Apparve nell'antecedente anno una Cometa al cui grandezza era quasi eguale alla Luna (Hevel)".
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  • Anno 1661 - pagina 716 (I° vol): "Gio. Battista Pozzo alessandrino fu podestà negli anni 1660 e 1661. Ai 5 aprile del precedente anno il patrizio cremonese Pietro Vidoni, vescovo di Lodi, fu dal ponteficie Alessandro VII creato cardinale. Nel 1661 apparve una Cometa, che videi per lo spazio di venti giorni".
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  • Anno 1664 - pagina 716 (I° vol): "Giuseppe Loaisa spagnuolo podestà pel biennio 1662-1663. In quest'anno fu conchiusa una pace generale. Francesco Villano da Pontremoli fu podestà nel 1664-1665. Ai dieci dicembre antecedente anno passò a miglior vita il preposto mitrato dell'insigne collegiata di S. Agata e protonotario apostolico Vincenzo Bongiovanni cremonese. Il 18 dello stesso mese apparve una Cometa che si fece vedere sino ai 15 gennajo 1665".
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  • Anno 1680 - pagina 716 (I° vol): "Pietro Paceco o Pacecco spagnolo, coprì la carica di podestà negli anni 1680 e 1681. Apparve nel precitato anno una grande Cometa. L'inverno del 1681 fu rigido d'assai, per cui patirono le viti e si ebbe penuria di vino. L'astronomo Halley pensò che detta Cometa fosse la stessa, che era apparsa alla morte di Giulio Cesare: ma Schumak dice che egli ha errato nel calcolo di questa Cometa, la quale invece di avere una rivoluzione di 575 anni ne ha una di 8800, e che perciò prima del 1680 non è stata mai veduta dagli abitatori della nostra terra. Newton avendo calcolato il grado di calore che tal Cometa ha dovuto soffrire nel suo perielio, ha stimato che questo calore fosse due mila volte maggiore di quello d'un ferro rovente".

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  • Anno 1744 - pagina 722 (I° vol): "Rammentasi che la primavera del 1743 spiegossi in febbrajo, cosicchè gli alberi, e specialmente i fruttiferi, misero i fiori prima del solito: ma in aprile tornò ad incrudelire il verno, e le campagne furono per più giorni coperte di nevi e ghiacci; il che fu di sensibilissimo danno alle biade. (Amadei). Il 30 gennaio 1744 apparve una Cometa".
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  • Anno 1798 - pagina 727 (I° vol): "La mensa vescovile di Cremona ricevette il privilegio di rimanere intatta per graziosità usata al vescovo Omobono Offredi in causa di viaggi dallo stesso intrapresi e maneggi non trascurati. Apparve in quest'anno una Cometa. Dopo le battaglie di Verona, di Legnago, di Magnano e di Peschiera vinte dagli austriaci, entrarono questi in numerosa truppa, comandata dal primo tenente Gavenda, a' 17 aprile 1799 in Cremona".
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  • Anno 1799 - pagina 728 (I° vol): "Si accenna che sull'iniziare di quest'anno venne fatta per ordine della Repubblica Cisalpina la prima coscrizione dell'età dai dieciotto a' ventun'anni, ed in Cremona l'estrazione a sorte del numero si fece in Duomo, ma non ebbe effetto. Apparve pure in quest'anno una grande Cometa".
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  • Anno 1805 - pagina 731 (I° vol): "Il 10 giugno giunse in Cremona l'imperatore e re Napoleone I° e vi stette due giorni albergando in casa Schinchinelli, ora Cavalier Baroli. nelle due sere seguì una stupenda illuminazione di tutte le contrade e torrazzo. A' 13 dicembre di 14 parrocchie ch'esistevano in città furono limitate alle 8 attuali. Apparve a quest'anno una Cometa".
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  • Anno 1807 - pagina 732 (I° vol): "Col 1° novembre venne aperto l'Ufficio della conservazione delle ipoteche: ed il 14 dicembre a ore 9 pomeridiane venne l'imperatore e re Napoleone, che appena dopo due ore partì per Milano. Sul piazzale di San Domenico trovavasi tutto il Capitolo del Duomo fin dalla mattina per incensarlo. In quest'anno l'erudito patrio abate Isidoro Bianche diè in luce l'Opuscolo sulle tipografie ebraiche di Cremona nel secolo XVI. Avvenne pure a quest'anno l'apparizione d0una Cometa".
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  • Anno 1811 - pagina 732/733 (I° vol): "A' 24 marzo festeggiossi per la nascita del nato in Parigi il 20 stesso mese; vi fu illuminazione con fuochi artificiali; ed il nove giugno seguirono magnifiche feste pel battesimo di S. Maestà il neonato re di Roma eseguito in Parigi, imponendogli i nomi di Napoleone Francesco Carlo Giuseppe. Il padrino fu S. Maestà l'Imperatore d'Austria Francesco I, rappresentato nella persona di S.A.I.R. il Gran duca di Virtzburg, e la matrina S. maestà Annunciata Carolina, regina di Napoli, moglie di Gioachino Murat, rappresentata nella persona di S. Maestà Ortensia Eugenia ex regina d'Olanda. Morì il detto re di Roma in Vienna il 22 luglio 1832 per febbre etica. Nell'estate di quest'anno apparve per alcun tempo una grande Cometa".
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  • Anno 1819 - pagina 735 (I° vol): "A' 22 aprile 1819 arrivò in Cremona il granduca Michele, fratello d'Alessandro imperatore delle Russie, ed alloggiò all'albergo reale detto la Colombina. Nel mese di luglio apparvero due Comete, una delle quali visibile ad occhio nudo, raggiante di luce e fornita d'una lunga coda. Si fa cenno che in quest'istesso anno il Vescovado di Cremona fece acquisto dal Ducato di Parma delle Parrocchie di S. Gioachino del Bosco, di Brancere e di Torricella del Pizzo (Arciprete Paolo Lombardini)".
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  • Anno 1835 - pagina 740 (I° vol): "A' 17 luglio alle ore 8 e min. 35 pom. videsi nell'aria una meteora, cioè un globo di fuoco con lunga coda, che quasi colla velocità d'una palla di cannone passò sovra noi da oriente verso occidente. Il primo giugno 1836 venne istituita la guardia di confine; ma nel gennajo del 1843 il Governo dispose che la detta guardia e quella di finanza fossero riunite in un sol corpo armato colla denominazione d'I. R. guardia di finanza".
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  • Anno 1853 - pagina 746 (I° vol): "Ai 22 di agosto apparve verso Maestro una Cometa che videsi fino alla sera del 29. Spiegatasi sul declinar di quest'anno per lo scarso raccolto de' prodotti e per esorbitante incarimento di essi una semicarestia, venne dal municipio di concerto col vescovo di Cremona disposta una somma di denaro allo scopo, che col primo dicembre in avanti venisse alla classe povera distribuita la farina di grano turco a minor prezzo della meta".

C) Eclissi di Sole osservate da Cremona dal 1239 al 1860:
  • Anno 1239 - pagina 525 (I° vol): "Atroci più che mai divamparono in questi giorni in Italia le fazioni, le discordie e le guerre, e precipuamente dopo che il ponteficie Gregorio IX eseguì la minaccia ch'aveva fatto d'assolvere i sudditi di federico dal giuramento di fedeltà. Si annota essere avvenuto in giugno un totale eclisse di sole, che durò due ore. (Campi)".
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  • Anno 1654 - pagina 715 (I° vol): "Il giureconsulto collegiato patrizio cremonese Tommaso Persichelli venne ascritto nell'Ordine Senatorio di Milano. Nel 1654 e 1655 Giovanni Brancherio podestà da Tortona. Il cremonese Angelo Maria Ciria, insigne teologo, fu eletto arcivescovo di Chieti (nell'Abruzzo citeriore, reame di Napoli). Ai 12 agosto del precedente anno avvenne un'ecclisse solare".
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  • Anno 1804/1858/1860 - pagina 31 (II° vol): "Mentre scriviamo sugli eventi terrestri, la natura ci ha invitati a vagheggiare un de' suoi mirabili fenomeni nel sistema planetario. Un bellissimo eclisse del Sole, che ha avuto principio a minuti 11 dopo mezzodi del di 15 marzo 1858, sua massima oscurità ad 1 ora minuti 30, e suo fine ad ore 2 minuti 52. La sua grandezza o quantità è stata di pollici o digiti 10 1/2, cioè che supposto il disco solare diviso in 12 parti uguali, non è rimasto visibile che solamente per un poco più di una duodecima sua parte, e tutto il restante è stato oscurato dall'ombra della luna, principiando tale oscurazione dal lembo verso occ.-lib., e terminando da quello verso tram.-mae. Un simile eclisse apparve agli 11 febbrajo del 1804, pressocchè all'ora stessa; come un altro avverrà, pure visibile e mirabile, nel giorno 28 luglio fra le ore 2 e le 5 pomeridiane del 1860".
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  • Anno 1842 - pagina 741 (I° vol): "Il 17 aprile 1842 venne nominato podestà il nobile Signor Francesco Ferrari; ed il 19 maggio assunse l'alta carica d'I. R. delegato provinciale l'Illustrissimo Signor Giovanni Villani, già vicedelegato in Mantova. A' 26 maggio arrivò l'arciduca Stefano, e per due giorni continuò a visitare tutti gli ufficj, stabilimenti ecc. Agli 8 luglio vi ebbe un'ecclissi totale di sole, la quale cominciò a ore 5,35 e terminò a ore 7,3 antimeridiane. Alle ore 6,8, trovandosi nella sua pienezza, che durò 7 secondi, fu grande oscuramento sulla terra. Col primo di gennajo 1843 si sono aggiunti altri 9 fanali nelle contrade della città, che in totale sommano ora a 232".

D) Pioggia di pietre osservata da Cremona:
  • Anno 1510 - pagina 695 (I° vol): "Riferiscono il Fino e il campi che lungo l'Adda nei territorj di Montodine, Moscazzano e Ceredano da una piccola nube caddero pietre grosse e minute di color bigio, e tenevano anzi che no del nero con odore di zolfo. Una tra le altre di smisurata grossezza ne cadde a Bagnolo, di cui essendosi spezzata nel cadere, il Galerano podestà di Crema ne mandò una parte a Milano e poi in Francia. L'orologio della torre maggiore di Cremona fu percosso da un fulmine, e il giorno 20 stesso mese ebbe principio una fiera pestilenza, che continuò a travagliare per sei consecutivi anni".

E) Pioggia rossa osservata da Cremona:
  • Anno 1529 - pagina 696/697 (I° vol): "Anche nel 1529 (Lodovico Porro podestà, senator milanese che lo fu pure nel prossimo anno) oltre il gravame di straordinarie contribuzioni in denaro ordinate dal duca, furono atterriti i Cremonesi da forte terremoto il 3 luglio, e la notte del seguente giorno cadde una pioggia rossa a mo' di sangue, per il che tutti furono da terrore preoccupati. V'ha delle pioggie straordinarie e strane, che tanto sorprendono la folla ignorante, e che tuttavia sono prodotte da cause naturalissime. Spangenberg riferisce essere caduta una pioggia di zolfo l'anno 1658 nel ducato di Mansfeld (in Sassonia). Siesbek fa menzione d'altra simile pioggia caduta nel 1721 nella città di Brunswick (in Germania); questa pioggia era infiammata e, a quanto si dice, non potevasi estinguerla nè coll'acqua, nè col movimento che le si procurava coll'agitazione. Il 19 aprile 1761 cadde a Bordeaux (in Francia) una pioggia che coperse la terra di uno strato di polvere gialla dello spessore di alcuni millimetri. Alcuni fisici l'esaminarono attentamente, e videro che altra cosa non era che fiori di pino trasportati dai venti e misti alla pioggia; si sa che i pini popolano in gran numero la contrada che estendesi all'intorno di Bordeaux. Quanto alle pioggie dette di sangue, è possibile di assegnar loro parecchie cause, a quanto dicono i dotti; tuttavia essi non le spiegarono altrimenti che colla intervenzione d'insetti di color rosso. De Candolle che raccolse sulle Alpi ed esaminò la neve rossa, la quale è della stessa natura della pioggia di sangue, trovò che il color di quella era da ripetersi dala presenza d'un vegetabile che ricevette i nomi di Uredo nivalis, e di Lepraria Kermesina; Il signor Agardh, che le attribuisce una medesima origine, colloca questo vegetabile nella famiglia delle alghe sotto il nome di Proticocius Kermesinus. Peiresa osservando in Francia una pioggia di tal fatta, trovò che conteneva in ciascuna goccia una folla di piccoli insetti rossi che in quel tempo volavano in gran quantità nell'atmosfera. Ed Hildebrand esaminando una pioggia caduta nel 1711, presso un villaggio nominato Orsio, riconobbe pure che essa presentava in ogni goccia dei piccoli insetti a corpo oblungo, colla coda foggiata a guisa di freccia e di color sanguigno. V'ha inoltre certe classi di animaletti i cui escrementi sono rossi; tali son quelli di certe farfalle nonchè abbandonano lo stato di ninfa; questi escrementi, misti alla pioggia, potrebbero comunicarle un color sanguigno. Oltre poi alle qui accennate pioggie strane, altre ancora si conobbero: come le così dette pioggie di ranocchi e d'altri animali, locchè non è da interpretarsi in senso letterale, ma dee piuttosto ritenersi come metafora. Furono egualmente indicate delle pioggie di grani di sabbia, di paglia, di cotone ecc. le quali per altro non sono pioggie reali, ma materie vegetabili che il vento solleva e trasporta a cagione della loro leggerezza o sottigliezza. (Buffon Stor. nat.)
 

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