A)
Aurore Boreali osservate da Cremona: |
- Anno 1737 - pagina 101
(I° vol): "Da un cronista vien menzionato come straordinario e
spaventoso un fenomeno che fu osservato il dì 17 Dicembre di quest'anno
(1737), in cui per tutta la notte apparve il cielo color di sangue, e
con tanta luce come se fosse stata risplendente la luna. Una tale
apparizione però non fu che un'aurora boreale".
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- Anno 1831 - pagina 738
(I° vol): "La notte del 7 gennaio 1831 apparve un'aurora boreale,
straordinaria per la sua intensità ed estensione".
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B)
Comete osservate da Cremona dal 1223 al 1853: |
- Anno 1223 - pagina 517
(I° vol): "Il 21 aprile (Campi) si fece sentire altro tremuoto
circa la mezzanotte con ispavento de' cittadini. Dalle croniche di Bergamo, giusta il Ronchetti, rilevasi
che il primo di settembre apparve verso occidente una Cometa assai
meravigliosa. In quest'istesso anno l'imperatore Federico colla di lui
consorte Violante, figlia di Giovanni re di Gerusalemme, venne a
Cremona, e promise agli abitanti di difenderli da qualunque loro
nemico".
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- Anno 1240 - pagina 525
(I° vol): "Sulla fine di quest'anno apparve una Cometa, presagio
(secondo quei tempi) di future calamità. Rinaldo o Rainaldo d'Aquanegra
o Aquaviva, uomo di gran valore, giusta il Campi, coprì nel seguente
anno la carica di podestà".
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- Anno 1264 - pagina 537
(I° vol): "Apparve in luglio una grandissima Cometa che durò fino al
principio d'ottobre, era il suo corso dall'oriente verso l'occidente
(Campi)". Era l'anno 1265 e la Lombardia fu quasi tutta in armi per
la calata dell'esercito francese, raccolto per ordine del conte Carlo D'Angois
re di Sicilia".
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- Anno 1402 - pagina 595
(I° vol): "... Ma il contagio che molti luoghi d'Italia (Lancetti)
avea desolato giunse a Pavia, e costrinse Gian Galeazzo a rifuggisrsi
nel castello di Marignano (Melegnano), ove pur la morte lo colse il
giorno 3 di settembre in età d'anni 55. Principiò questo duca il duomo
di Milano il dì 5 marzo 1386; fondò la Certosa di Pavia nel 1396, in cui
volle essere sepolto, fece buone leggi, promosse l'agricoltura e le
lettere: fu principe ipocrita, astuto, ma non crudele. Riferisce il
Campi che avanti la resa di Bologna apparve una terribile cometa che si
vedeva giorno e notte, e durò per quasi tutto il mese di maggio e di
giugno, il che si credette (dal volgo) esser stato presagio della morte
di quel principe".
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- Anno 1456 - pagina 689 (I° vol): "Il 23
marzo del seguente anno (1455), essendo podestà al dir del Bresciani
Paolo Mandello milanese, e giusta il Cavitelli Giacomo Castiglioni
stessa patria, la duchessa Bianca Maria ebbe nel castello di
Santa-Croce in Cremona un figlio, a cui fu posto nome Ascanio Maria.
Il chiarissimo Aporti accenna questa nascita all'anno 1451. Apparve in
giugno del successivo 1456 una Cometa avente lunghissima coda".
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- Anno 1468 - pagina 690
(I° vol): "... Vuolsi altresi che Galeazzo facesse avvelenare la
sua prima moglie Dorotea Gonzaga, onde isposarsi, come fece, a Bona di
Savoja il 6 luglio 1468, essendo podestà Giovanni Baldovino pavese. Apparve nell'ottobre di quest'anno una piccola Cometa.
Il 20 giugno del 1469 (Pietro Eustachio podestà) nacque dalla
duchessa Bona Giovanni Galeazzo. Per decreto del duca Galeazzo Maria
furono selciate tutte le strade della città di Cremona con ciottoli
nel mezzo, e dalle parti con mattoni cotti".
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- Anno 1472 - pagina 690 (I° vol): "Asserisce
il Gionta che apparve il 5 gennaio di quest'anno una grande
Cometa, e che videi fino ai 29 dello stesso mese. Si accenna che certo
Bartolomeo da Cremona (se ne ignora il cognome) fu il più antico de'
cremonesi che tenesse tipografia, il quale stampò in Venezia in
quest'anno il Virgilio in foglio".
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- Anno 1500 - pagina 694 (I° vol): "Apparve nel
predetto anno 1500 una grande Cometa L'Italia fu travagliata da siccità.
La state distinta da una grande quantità d'insetti e da singolari
macchie ai corpi ed agli abiti degli uomini, cui susseguì una peste. -
saremmo ciò non pertanto superstiziosi qualora volessimo ritenere come
conseguenze della Cometa codesti fisici sconcerti. se nel volgo sono
alquanto spenti (scrive Schumak) i pregiudizi che le Comete abbiano
qualche influenza morale su di noi e sulle cose mondane, troviamo
all'incontro vieppiù radicata la credenza che questi corpi celesti
abbiano rimarchevole influenza sulle nostre stagioni e sul prosperare
dei prodotti campestri. Non sarebbe qui difficile confutare tali
opinioni con fatti dimostranti del tutto l'opposto. Così, per esempio,
si ricorderanno molti della gran Cometa del 1811, che apportava una
caldissima state ed una ricchissima raccolta, specialmente di un vino
così eccellente che perfino anche oggidì in varie regioni viene
appellato: Vino della Cometa".
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- Anno 1505 - pagina 694 (I° vol): "Si
ebbero per podestà o pretori ne' seguenti anni: Paolo Barbo o Balbo,
giusta il Cavitelli. 1502 Paolo Pisano cavaliere. 1503 Girolamo
Donato cavaliere, alla munificenza del quale va Cremona debitrice,
togliendola dal passato squallore col ristorare molti pubblici
edifici ed altri in bella forma edificando. Morì in questo anno il
patrizio cremonese Zanardo Bagarotto vescovo di Sutri e Nepi (ora
borghi nella Romagna). 1504 e 1505 Bartolomeo Emilio. Apparizione
d'una Cometa".
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- Anno 1506 - pagina 694 (I° vol): "1506
Lorenzo Priolo. Anche in
quest'anno videsi un'altra Cometa. I Veneziani fecero porre sulla
sommità della torre maggiore un leone di pietra dorato, che poco
dopo da una folgore fu ridotto in pezzi. 1508 Luigi Mula che anco
nel prossimo anno esercitò la sua carica".
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- Anno 1510 - pagina 695 (I° vol): "Crucciandosi
si i Francesi che gli Spagnoli nel veder intorno a questo tempo
tanta bella parte d'Italia a' Veneziani soggetta, convennesi di
aprire in Cambrai (piazza delle parti forti di Francia nel
dipartimento Nord) la famosa lega tra l'papa Giulio II, l'imperatore
Massimiliano I, Lodovico XII re di Francia e Ferdinando il cattolico
re di Spagna, conchiusa il 10 dicembre detto anno 1508,dichiarando
la guerra all'invidiata veneta repubblica. La battaglia seguita in
Agnadello (Provincia di Lodi) il 4 maggio 1509 fece perdere ai
Veneziani molte loro provincie e
così pure Cremona, la quale assediata dall'esercito francese dopo breve
resistenza si arrese; ed ai 23 di giugno Lodovico XII vi entrò
trionfante, con mirabile pompa ricevuto, trattenendovisi per alquanti
giorni; indi tornò a Milano, e fu in Cremona mandato per podestà
Francesco Balcio francese, anche pel prossimo anno 1510, in cui apparve
una Cometa".
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- Anno 1512 - pagina 695 (I° vol): "Stabilitasi
nell'istesso anno una lega per discacciare i Francesi d'italia, Cremona
s'arrese all'esercito della lega che se ne impadronì ai 13 giugno 1512 a
nome di Massimiliano Sforza figlio di Lodovico morto già prima in
Francia. Non fu si tosto assunto al ducato Massimiliano che impose a
Cremona una taglia di 15 mille ducati d'oro, ed un'altra di 2 mille in
particolare all'Università de' Mercanti. Apparve una Cometa. L'arciprete
della Cattedrale Giacomo Schizzi con atto 6 aprile fondò cinque
mansionarie, e nell'anno susseguente ne aggiunse una sesta".
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- Anno 1514 - pagina 695 (I° vol): "Nel 1513 fu
podestà Lodovico Gallarato, e nel successivo Bernardo de' Conti. Videsi
pure una Cometa. Ma nel 1516, Bernardino Carnevali pavese podestà,
discese Francesco I re di Francia in Italia, invase lo Stato di Milano,
e mandò il duca Massimiliano in Francia con una pensione. Cremona si
arrese ai 15 di settembre a Teodoro Trivulzio maresciallo al
servigio di Francia".
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- Anno 1516 - pagina 595 (I° vol):
"Furono i nostri cittadini di molto contristati da
tumulti bellici nel seguente 1516 (essendo podestà Guido Materono da
Granopoli, che tenne la sua carica fino a tutto il 1521). Demolirono i
Francesi i merli delle mura della città, atterrando pure alcune torri
de' privati; e molte gravissime contribuzioni eziandio imposero. Anche
in quest'anno apparve una Cometa. Asserisce il Campi che nel susseguente
1517 predicò nel mezzo della piazza maggiore un giovinetto dell'età
di 11 anni, frate di San Francesco, con grande meraviglia degli
uditori che in gran numero vi erano accorsi".
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- Anno 1522 - pagina 696 (I° vol):
"Finalmente dopo varie vicende colle altre città del
ducato venne Cremona ai 4 luglio 1522, trovandosi podestà Barnaba Pozzo
piacentino, nelle mani dell'esercito imperiale, rimanendo ancora a'
francesi il castello, che si arrese nel febbraio del 1524, essendo
podestà Teodoro Ossio milanese. Si fa cenno che nel 1522 apparve una
Cometa, e gli alberi fiorirono di nuovo in autunno, ed in ottobre si
portarono fragole sul mercato".
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- Anno 1530 - pagina 697 (I° vol):
"Per decreto di Francesco Sforza s'incominciò a
quest'anno 1530 a confermare i podestà di Cremona per un biennio.
Agostino Somenzi nobile cremonese fu dal duca onorato del grado di
senatore del consiglio segreto ducale, e Stefano Gusperto pur cremonese
fu segretario del detto consiglio. Apparve una distinta Cometa. Il Po,
che a qe' tempi radeva le mura della città, fece cadere a' 23 di
settembre per grande alluvione da 60 braccia delle dette mura, ed a'
27 stesso mese ne ruinò più di 80 braccia".
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- Anno 1532 - pagina 697 (I° vol):
"Laonde dell'imposto aggravio più che ogni altri
risentendone la plebe, un'orrenda sedizioneinsorse tra essa il 26
giugno, capo della quale fu certo Lucchetto, e la concitata ira
sfogò contra i nobili. I tre deputati al governo della città, il conte Giorgio
da Persico, Nicolò Cauzio e Nicolò Petronio vennero uccisi nella
Cattedrale, e le case di molti altri nobili orribilmente saccheggiate (Gadio).
Una grande Cometa si fe' vedere tutto il mese d'agosto. Il celebre
cremonese Girolamo Vida fu eletto vescovo d'Alba (in Piemonte) dal
pontefice Clemente VII.
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- Anno 1556 - pagina 701/702 (I° vol):
"Correndo l'anno 1556 l'imperatore Carlo V rinunziò gli
Stati di Germania al fratel suo Ferdinando, i regni di Spagna e Sicilia
con gli altri Stati all'unico figliol suo Filippo, che divenne il
secondo di questo nome nella serie dei re spagnuoli. Comparve il 5 marzo
una grande Cometa. La gran Cometa fu veduta sopra la Spiga, stella di
prima grandezza, presso l'ala sinistra nella costellazione della
Vergine, d'onde passò e fu veduta li 8 marzo sotto le ginocchia di Boòte
(segno celeste settentrionale formato di 33 stelle), Il 9 stesso mese
trovavasi presso Arturo (stella fissa situata nel segno del Carro), onde
quasi nella circonferenza del massimo circolo cioè per la rettissima via
sembrò accostarsi al polo boreale dello Zodiaco, ed allora lasciatolo a
destra, si accostò con gran velocità al polo del mondo, indi quasi
discendendo dal vertice si diresse verso Saturno che allora era
nell'Ariete. E come prima si avanzò dalla Libbra contro l'ordine dei
segni (secondo la longitudine) così dopo, imitando il moto di Saturno
procedette secondo l'ordine dei segni da Andromeda fino al segno dei
Pesci, ove si estinse. Allora tanto i raggi quanto il corpo di essa si
cangiarono, ed i raggi che alla sera erano diretti a mezzodì, dopo la
mezzanotte furono rivolti al tramonto; nè ebbe la chioma avversa al Sole
finchè fu dal medesimo lontana almeno un quarto di circolo. Avvenne
pure, che allontanatasi ancor più dallo Zodiaco,si potè scorgere la
mattina e la sera fin quando si nascose sotto l'orizzonte. Questa Cometa
venne in allora attentamente osservata da vari letterati, e fra questi
specialmente da Paolo Fabricio dottore in medicina e matematico
imperiale, il quale parlando in un suo scritto di questa Cometa, ne
annunciava il ritorno per l'anno 1856, invitando chi bramasse maggior
dilucidazione a leggere il suo opuscolo: Judicium de Cometa ecc, ove
egli avrebbe registrato giornalmente le osservazioni fatte sulla Cometa
in discorso. Ma questo stampato Judicium ecc di Fabricio non si è potuto
oggi rinvenire, ed è stato l'oggetto di premurosa ricerca degli
astronomi, e fu pur nel principio del detto scorso anno argomento d'un
pubblico invito ai bibliotecari da parte del celebre astronomo K. L.
Littrovv direttore dell'Osservatorio astronomico a Vienna (Schumah). La
questione fattasi palese in diversi giornali sull'epoca di riapparizione
di questa Cometa ha assunto la natura di una predizione o profezia
vaghissima, come infatti abbiamo sperimentato non avendo veduto apparire
la Cometa nè nel mese di luglio dell'anno andato, come pretesero alcuni
articoli anonomi sparsi nei giornali francesi; nè in agosto, come
vollero diversi giornali inglesi e belgici; nè nei mesi di settembre ed
ottobre, come molti giornali han preteso. Dopo aver veduta fallita la lor profezia per le suddette epoche, ne aspettavano l'apparizione chi in
gennaio, e chi nel giugno (e precisamente il dì 13, cadente in sabato),
del presente anno 1857: ma di questa determinata comparsa del bell'astro
nessuno degli assennati e circospetti astronomi ha pronunziato sentenza,
nulla avendo trovato nè lor calcoli di positivo, perchè difettanti di
base matematica. Non furono che vaghe e, puossi dire, stolte voci di
taluni che, quasi volessero alle ombre dar forme di corpo o valore di
realtà a mere e lontanissime conghietture, andavan qua e la disseminando
dover veramente apparire la stella nel detto giorno 13; e per metter del
torbido e preoccupar le menti del volgo (già ahi ! troppo proclive alla
superstizione) dè più strani pregiudizi, scaltramente aggiunsero che
l'infausto astro l'ultima ora segnava dell'esistenza dè mortali sulla
terra, dovendo questa per lo intenso ardore o terribile scossa
incenerita o subissata rimanere. Gran parte del volgo infatti al tetro
pensiero dell'apparizione della stella, stava attendendo sbigottita il
dì del gran cataclisma o dell'eccidio estremo del mondo. Per quanto
gl'illuminati di tòr dalla lor mente la sognata chimera e di dispor gli
animi a tranquillità si sieno studiati, non sonosi tuttavolta indotti a
convinzione, se non nel dì stesso, che la terra e sè stessi vidersi
illesi dalla fantasticata catastrofe, e per soprappiù nemanco la Cometa
d'apparir si compiacque. Di quali tristi e fatali conseguenze non son
mai causa l'ignoranza e la superstizione ! Tanto è stata sinistra la
prevenzione di molti intra la plebe, e più tra il debil sesso, che non
si andrà errato l'asserire, che se anche solo fosse apparsa la cometa
(che il suo avvenimento, che può esser ad ogni istante nel successivo
tempo, altro non sarebbe stato che un percorrere la sua orbita, giusta
le leggi che Natura alle Comete ha imposto), alla semplice vista di essa
soltanto si sarebber veduti cader tramortiti al suolo, come quegli che
da folgore è percosso. Eppure a quest'istesso anno sono apparse due
Comete (forse l'una o l'altra, giusta il parere d'alcuni, è quella
stessa del 1556, attesochè le Comete attraversano gli spazi celesti in
tutte le direzioni, e perciò aver preso un diverso corso, a differenza
dei pianeti che si muovono d'occidente in oriente in una fascia sferica
di circa 16 gradi di larghezza): la prima fu veduta in sull'iniziato
gennaio all'estremità meridionale della California; la seconda al Capo
di Buona Speranza sul declinar di giugno, e nè quella, nè questa non
hanno fatto male, come s'esprimono i giornali, ad una mosca; giacchè,
come abbiamo altra volta accennato, le Comete non sono messaggiere di
strani o funesti eventi; e se non fosse lecito distruggere in esse alcun
carattere eventizio, ne sia invece concesso considerarle quasi nostre
amiche. "Il capolavoro della divina mente - dice il celebre Cagnoli - fu
quello di collocare i corpi celesti a distanze reciproche distribuite in
si giusta proporzione delle masse loro, che dalle attrazioni
scambievoli, combinate con la prima spinta per linea retta, dovessero
nascere que' maravigliosi moti orbicolari che osserviamo, e de' quali,
non che delle eventuali e continue, ma piccole alterazioni loro, rende
ragion puntualissima l'unica legge Newtoniana; senza che l'equilibrio
delle reciproche azioni venga meno giammai, nè alcun corpo urti l'altro,
od induca sconcerto nel venustissimo ordine universale". Ed il dottor
Brevver riportato dal dottor Agostino Tozzi, scrive "Che la
superstizione ha attribuito, senza una ragione, delle influenze cattive
esercitate dalle Comete sopra la terra: e vi sono degli uomini pei quali
la superstizione tien luogo della ragione: ma ognuno che abbia criterio
deve abbandonare questi folli pregiudizi, e persuadersi che le Comete
sono assolutamente estranee ai cambiamenti cui va soggetta la terra".
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- Anno 1558 - pagina 703 (I° vol): "A' 13
febbrajo del 1558 morì in Brusselles (capitale del Belgio) il patrizio
cremonese Giovanni Battista Schizzi, reggente ne' Paesi Bassi (ora
belgio ed Olanda); ed il 21 di settembre compiè i suoi giorni
l'imperatore Carlo V di soli anni 58 nel monastero de' Gerolomini in
Estremadura, (provincia di Spagna) ove per occupare il tempo ne' 19 mesi
che vi dimorò si diede a fabbricare orologi. Apparve una Cometa".
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- Anno 1559 - pagina 703 (I° vol): "Morì in
Roma l'insigne medico cremonese Matteo Realdo Colombo, mentre commetteva
alle stampe la celebre sua opera: De re anatomica. Si accrebbero di
molto quest'anno gl'Israeliti in Cremona, provenienti da ogni parte
d'Italia, daddove erano discacciati. Fu veduta una Cometa. Nel seguente
1560 fu grande penuria di frumento".
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- Anno 1572 - pagina 704 (I° vol): "La
cremonese Partemia Galerata Mainolda figlia di Agostino Galerato,
letterata gentildonna e peritissima della lingua greca e latina passò a
miglior vita il 6 agosto del 1572, essendo podestà Francesco Rincono
spagnolo. Si promulgò a quest'anno in Cremona la prammatica per gli
abiti, pe' conviti e pe' funerali, passata poi in disuso nel progresso
degli anni (Arisi). Apparve una Cometa".
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- Anno 1578 - pagina 705 (I° vol): "Sui primi
di novembre del prossimo anno (podestà Camillo Cattaneo Valiano
milanese) apparve una gran Cometa con lunghissima coda verso oriente, e
durò più d'un mese".
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- Anno 1580 - pagina 706 (I° vol): "Nel 1580
apparve una grande Cometa. Si vide a quest'anno la grippe sparsa sopra
quasi tutti i prodotti della terra, e precipuamente ne furono coperte le
uve (Effem. Cron.). Fu eletto nel 1581 podestà Alfonso Lopez spagnolo,
mentre il patrizio cremonese Lodivico de Aimi venne ascritto nell'ordine
de' senatori di Milano".
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- Anno 1585 pagina 707 (I° vol): "Il cardinale
vesc. Nicolò Sfondrati intervenne al Conclave per l'elezione di Sisto V.
Spiacentissimi i cremonesi in veder continuata la dimora degli ebrei in
città per le prevaricazioni de' cristiani, cui essi eran d'occasione per
diversità di culto e disciplina, presentarono una rimostranza verso
quest'anno alla corte, chiedendo che fossero espulsi. Deducesi tuttociò
da allegazioni stampate e manoscritte in causa degli ebrei, le quali
esistono nel museo Ponzoni e furono dal chiarissimo Aporti consultate.
In quest'anno apparve una Cometa".
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- 2Anno 1590 - pagina 707 (I° vol): "...In
quest'istesso anno, in cui apparve una grande Cometa, il cardinale
Nicolò Sfondrati ritornò a Roma per l'elezione di un successore al
ponteficie Sisto V, che avvenne in Urbano VII. Ma questi morì dopo 13
giorni, onde il nostro Nicolò Sfondrati ebbe per la terza volta ad
entrare in conclave, e allora di unanime consentimento del sacro
Collegio fu creato Sommo Ponteficie ai 5 dicembre con nome di Gregorio
XIV".
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- Anno 1593 - pagina 708 (I° vol): "Nell'anno
1593 e nel successivo biennio 1594, 1595 coprì la carica di podestà
Mario Conrado lodigiano. Si accenna che nel 1593 ebbe fama di distinto
medico il patrizio cremonese Sigismondo Brumano, che dal ponteficie
Clemente VIII fu nominato protofisico generale di tutto lo Stato
Ecclesiastico (Arisi). Videi a quest'anno una grande Cometa".
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- Anno 1596 - pagina 708 (I° vol): "L'innoltrata
rimostranza della città di Cremona alla corte del 1585, come si è
ricordato, al fine d'ottenere la totale espulsione degli ebrei si dalla
città, che dai borghi del contado, ebbe nel 1595 (giusta il dotto Aporti,
e secondo altri nel 1598) il suo pieno effetto. Pei due consecutivi anni
1596 (apparizione di una Cometa) e 1597 fu podestà Francesco Glussiano
milanese, e nei prossimi 1598 e 1599 Giovanni Martinez spagnolo".
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- Anno 1652 - pagina 715 (I° vol): "Nel biennio
del 1650 e 1651 ebbesi a podestà Nicola Fernando de Castro spagnolo, e
nel 1652 e 1653 Luca Pernigotto da Tortona. Apparve nell'antecedente
anno una Cometa al cui grandezza era quasi eguale alla Luna (Hevel)".
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- Anno 1661 - pagina 716 (I° vol): "Gio.
Battista Pozzo alessandrino fu podestà negli anni 1660 e 1661. Ai 5
aprile del precedente anno il patrizio cremonese Pietro Vidoni, vescovo
di Lodi, fu dal ponteficie Alessandro VII creato cardinale. Nel 1661
apparve una Cometa, che videi per lo spazio di venti giorni".
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- Anno 1664 - pagina 716 (I° vol): "Giuseppe
Loaisa spagnuolo podestà pel biennio 1662-1663. In quest'anno fu
conchiusa una pace generale. Francesco Villano da Pontremoli fu podestà
nel 1664-1665. Ai dieci dicembre antecedente anno passò a miglior vita
il preposto mitrato dell'insigne collegiata di S. Agata e protonotario
apostolico Vincenzo Bongiovanni cremonese. Il 18 dello stesso mese
apparve una Cometa che si fece vedere sino ai 15 gennajo 1665".
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- Anno 1680 - pagina 716 (I° vol): "Pietro
Paceco o Pacecco spagnolo, coprì la carica di podestà negli anni 1680 e
1681. Apparve nel precitato anno una grande Cometa. L'inverno del 1681
fu rigido d'assai, per cui patirono le viti e si ebbe penuria di vino.
L'astronomo Halley pensò che detta Cometa fosse la stessa, che era
apparsa alla morte di Giulio Cesare: ma Schumak dice che egli ha errato
nel calcolo di questa Cometa, la quale invece di avere una rivoluzione
di 575 anni ne ha una di 8800, e che perciò prima del 1680 non è stata
mai veduta dagli abitatori della nostra terra. Newton avendo calcolato
il grado di calore che tal Cometa ha dovuto soffrire nel suo perielio,
ha stimato che questo calore fosse due mila volte maggiore di quello
d'un ferro rovente".
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- Anno 1744 - pagina 722 (I° vol): "Rammentasi
che la primavera del 1743 spiegossi in febbrajo, cosicchè gli alberi, e
specialmente i fruttiferi, misero i fiori prima del solito: ma in aprile
tornò ad incrudelire il verno, e le campagne furono per più giorni
coperte di nevi e ghiacci; il che fu di sensibilissimo danno alle biade.
(Amadei). Il 30 gennaio 1744 apparve una Cometa".
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- Anno 1798 - pagina 727 (I° vol): "La mensa
vescovile di Cremona ricevette il privilegio di rimanere intatta per
graziosità usata al vescovo Omobono Offredi in causa di viaggi dallo
stesso intrapresi e maneggi non trascurati. Apparve in quest'anno una
Cometa. Dopo le battaglie di Verona, di Legnago, di Magnano e di
Peschiera vinte dagli austriaci, entrarono questi in numerosa truppa,
comandata dal primo tenente Gavenda, a' 17 aprile 1799 in Cremona".
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- Anno 1799 - pagina 728 (I° vol): "Si accenna
che sull'iniziare di quest'anno venne fatta per ordine della Repubblica
Cisalpina la prima coscrizione dell'età dai dieciotto a' ventun'anni, ed
in Cremona l'estrazione a sorte del numero si fece in Duomo, ma non ebbe
effetto. Apparve pure in quest'anno una grande Cometa".
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- Anno 1805 - pagina 731 (I° vol): "Il 10
giugno giunse in Cremona l'imperatore e re Napoleone I° e vi stette due
giorni albergando in casa Schinchinelli, ora Cavalier Baroli. nelle due
sere seguì una stupenda illuminazione di tutte le contrade e torrazzo.
A' 13 dicembre di 14 parrocchie ch'esistevano in città furono limitate
alle 8 attuali. Apparve a quest'anno una Cometa".
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- Anno 1807 - pagina 732 (I° vol): "Col 1°
novembre venne aperto l'Ufficio della conservazione delle ipoteche: ed
il 14 dicembre a ore 9 pomeridiane venne l'imperatore e re Napoleone,
che appena dopo due ore partì per Milano. Sul piazzale di San Domenico
trovavasi tutto il Capitolo del Duomo fin dalla mattina per incensarlo.
In quest'anno l'erudito patrio abate Isidoro Bianche diè in luce
l'Opuscolo sulle tipografie ebraiche di Cremona nel secolo XVI. Avvenne
pure a quest'anno l'apparizione d0una Cometa".
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- Anno 1811 - pagina 732/733 (I° vol): "A' 24
marzo festeggiossi per la nascita del nato in Parigi il 20 stesso mese;
vi fu illuminazione con fuochi artificiali; ed il nove giugno seguirono
magnifiche feste pel battesimo di S. Maestà il neonato re di Roma
eseguito in Parigi, imponendogli i nomi di Napoleone Francesco Carlo
Giuseppe. Il padrino fu S. Maestà l'Imperatore d'Austria Francesco I,
rappresentato nella persona di S.A.I.R. il Gran duca di Virtzburg, e la
matrina S. maestà Annunciata Carolina, regina di Napoli, moglie di
Gioachino Murat, rappresentata nella persona di S. Maestà Ortensia
Eugenia ex regina d'Olanda. Morì il detto re di Roma in Vienna il 22
luglio 1832 per febbre etica. Nell'estate di quest'anno apparve per
alcun tempo una grande Cometa".
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- Anno 1819 - pagina 735 (I° vol): "A' 22
aprile 1819 arrivò in Cremona il granduca Michele, fratello d'Alessandro
imperatore delle Russie, ed alloggiò all'albergo reale detto la
Colombina. Nel mese di luglio apparvero due Comete, una delle quali
visibile ad occhio nudo, raggiante di luce e fornita d'una lunga coda.
Si fa cenno che in quest'istesso anno il Vescovado di Cremona fece
acquisto dal Ducato di Parma delle Parrocchie di S. Gioachino del Bosco,
di Brancere e di Torricella del Pizzo (Arciprete Paolo Lombardini)".
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- Anno 1835 - pagina 740 (I° vol): "A' 17
luglio alle ore 8 e min. 35 pom. videsi nell'aria una meteora, cioè un
globo di fuoco con lunga coda, che quasi colla velocità d'una palla di
cannone passò sovra noi da oriente verso occidente. Il primo giugno 1836
venne istituita la guardia di confine; ma nel gennajo del 1843 il
Governo dispose che la detta guardia e quella di finanza fossero riunite
in un sol corpo armato colla denominazione d'I. R. guardia di finanza".
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- Anno 1853 - pagina 746 (I° vol): "Ai 22 di
agosto apparve verso Maestro una Cometa che videsi fino alla sera del
29. Spiegatasi sul declinar di quest'anno per lo scarso raccolto de'
prodotti e per esorbitante incarimento di essi una semicarestia, venne
dal municipio di concerto col vescovo di Cremona disposta una somma di
denaro allo scopo, che col primo dicembre in avanti venisse alla classe
povera distribuita la farina di grano turco a minor prezzo della meta".
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C) Eclissi di Sole osservate da Cremona dal 1239 al 1860: |
- Anno 1239 - pagina 525 (I° vol): "Atroci più
che mai divamparono in questi giorni in Italia le fazioni, le discordie
e le guerre, e precipuamente dopo che il ponteficie Gregorio IX eseguì
la minaccia ch'aveva fatto d'assolvere i sudditi di federico dal
giuramento di fedeltà. Si annota essere avvenuto in giugno un totale
eclisse di sole, che durò due ore. (Campi)".
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- Anno 1654 - pagina 715 (I° vol): "Il
giureconsulto collegiato patrizio cremonese Tommaso Persichelli venne
ascritto nell'Ordine Senatorio di Milano. Nel 1654 e 1655 Giovanni
Brancherio podestà da Tortona. Il cremonese Angelo Maria Ciria, insigne
teologo, fu eletto arcivescovo di Chieti (nell'Abruzzo citeriore, reame
di Napoli). Ai 12 agosto del precedente anno avvenne un'ecclisse
solare".
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- Anno 1804/1858/1860 - pagina 31 (II° vol):
"Mentre scriviamo sugli eventi terrestri, la natura ci ha invitati a
vagheggiare un de' suoi mirabili fenomeni nel sistema planetario. Un
bellissimo eclisse del Sole, che ha avuto principio a minuti 11 dopo
mezzodi del di 15 marzo 1858, sua massima oscurità ad 1 ora minuti 30, e
suo fine ad ore 2 minuti 52. La sua grandezza o quantità è stata di
pollici o digiti 10 1/2, cioè che supposto il disco solare diviso in 12
parti uguali, non è rimasto visibile che solamente per un poco più di
una duodecima sua parte, e tutto il restante è stato oscurato dall'ombra
della luna, principiando tale oscurazione dal lembo verso occ.-lib., e
terminando da quello verso tram.-mae. Un simile eclisse apparve agli 11
febbrajo del 1804, pressocchè all'ora stessa; come un altro avverrà,
pure visibile e mirabile, nel giorno 28 luglio fra le ore 2 e le 5
pomeridiane del 1860".
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- Anno 1842 - pagina 741 (I° vol): "Il 17
aprile 1842 venne nominato podestà il nobile Signor Francesco Ferrari;
ed il 19 maggio assunse l'alta carica d'I. R. delegato provinciale
l'Illustrissimo Signor Giovanni Villani, già vicedelegato in Mantova. A'
26 maggio arrivò l'arciduca Stefano, e per due giorni continuò a
visitare tutti gli ufficj, stabilimenti ecc. Agli 8 luglio vi ebbe un'ecclissi
totale di sole, la quale cominciò a ore 5,35 e terminò a ore 7,3
antimeridiane. Alle ore 6,8, trovandosi nella sua pienezza, che durò 7
secondi, fu grande oscuramento sulla terra. Col primo di gennajo 1843 si
sono aggiunti altri 9 fanali nelle contrade della città, che in totale
sommano ora a 232".
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D) Pioggia di pietre osservata da Cremona: |
- Anno 1510 - pagina 695 (I° vol): "Riferiscono
il Fino e il campi che lungo l'Adda nei territorj di Montodine,
Moscazzano e Ceredano da una piccola nube caddero pietre grosse e minute
di color bigio, e tenevano anzi che no del nero con odore di zolfo. Una
tra le altre di smisurata grossezza ne cadde a Bagnolo, di cui essendosi
spezzata nel cadere, il Galerano podestà di Crema ne mandò una parte a
Milano e poi in Francia. L'orologio della torre maggiore di Cremona fu
percosso da un fulmine, e il giorno 20 stesso mese ebbe principio una
fiera pestilenza, che continuò a travagliare per sei consecutivi anni".
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E) Pioggia rossa osservata da Cremona: |
- Anno 1529 - pagina 696/697 (I° vol): "Anche
nel 1529 (Lodovico Porro podestà, senator milanese che lo fu pure nel
prossimo anno) oltre il gravame di straordinarie contribuzioni in denaro
ordinate dal duca, furono atterriti i Cremonesi da forte terremoto il 3
luglio, e la notte del seguente giorno cadde una pioggia rossa a mo' di
sangue, per il che tutti furono da terrore preoccupati. V'ha delle
pioggie straordinarie e strane, che tanto sorprendono la folla
ignorante, e che tuttavia sono prodotte da cause naturalissime.
Spangenberg riferisce essere caduta una pioggia di zolfo l'anno 1658 nel
ducato di Mansfeld (in Sassonia). Siesbek fa menzione d'altra simile
pioggia caduta nel 1721 nella città di Brunswick (in Germania); questa
pioggia era infiammata e, a quanto si dice, non potevasi estinguerla nè
coll'acqua, nè col movimento che le si procurava coll'agitazione. Il 19
aprile 1761 cadde a Bordeaux (in Francia) una pioggia che coperse la
terra di uno strato di polvere gialla dello spessore di alcuni
millimetri. Alcuni fisici l'esaminarono attentamente, e videro che altra
cosa non era che fiori di pino trasportati dai venti e misti alla
pioggia; si sa che i pini popolano in gran numero la contrada che
estendesi all'intorno di Bordeaux. Quanto alle pioggie dette di sangue,
è possibile di assegnar loro parecchie cause, a quanto dicono i dotti;
tuttavia essi non le spiegarono altrimenti che colla intervenzione
d'insetti di color rosso. De Candolle che raccolse sulle Alpi ed esaminò
la neve rossa, la quale è della stessa natura della pioggia di sangue,
trovò che il color di quella era da ripetersi dala presenza d'un
vegetabile che ricevette i nomi di Uredo nivalis, e di Lepraria
Kermesina; Il signor Agardh, che le attribuisce una medesima origine,
colloca questo vegetabile nella famiglia delle alghe sotto il nome di
Proticocius Kermesinus. Peiresa osservando in Francia una pioggia di tal
fatta, trovò che conteneva in ciascuna goccia una folla di piccoli
insetti rossi che in quel tempo volavano in gran quantità
nell'atmosfera. Ed Hildebrand esaminando una pioggia caduta nel 1711,
presso un villaggio nominato Orsio, riconobbe pure che essa presentava
in ogni goccia dei piccoli insetti a corpo oblungo, colla coda foggiata
a guisa di freccia e di color sanguigno. V'ha inoltre certe classi di
animaletti i cui escrementi sono rossi; tali son quelli di certe
farfalle nonchè abbandonano lo stato di ninfa; questi escrementi, misti
alla pioggia, potrebbero comunicarle un color sanguigno. Oltre poi alle
qui accennate pioggie strane, altre ancora si conobbero: come le così
dette pioggie di ranocchi e d'altri animali, locchè non è da
interpretarsi in senso letterale, ma dee piuttosto ritenersi come
metafora. Furono egualmente indicate delle pioggie di grani di sabbia,
di paglia, di cotone ecc. le quali per altro non sono pioggie reali, ma
materie vegetabili che il vento solleva e trasporta a cagione della loro
leggerezza o sottigliezza. (Buffon Stor. nat.)
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