Astronomica Langrenus
I crateri concentrici della Luna - The lunar concentric craters
(English version on the bottom in this page)
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In tutti i corpi solidi del nostro sistema solare è stata ormai accertata la presenza di numerosissime strutture crateriformi aventi le più svariate dimensioni, la cui formazione è da far risalire all’epoca in cui grandi impatti meteoritici ne sconvolsero ripetutamente le superfici. Pertanto anche la nostra Luna fu costretta a subire lo stesso tumultuoso trattamento, ed il risultato è quello che ormai da oltre quattro secoli (anche se personalmente credo da epoche ben più remote…..) possiamo dettagliatamente osservare con i nostri telescopi sempre più perfezionati. Mentre la comune tipologia di un cratere da impatto è costituita da una struttura circolare contornata da pareti più o meno elevate e dalla frequente presenza di un sistema montuoso centrale, vi sono crateri la cui particolare morfologia potrebbe accreditarne una differente origine: si tratta dei crateri concentrici. Ufficialmente sono 51 le strutture attualmente conosciute appartenenti a questa anomala tipologia di crateri distribuiti sulla superficie lunare. Tra le principali caratteristiche vi è il diametro, mediamente di circa 8 chilometri, con la platea contenente anelli concentrici. Questi anelli circolari interni possono essere costituiti da deboli corrugamenti più o meno degradati (crateri più antichi) oppure con rilievi netti e ripidi, come terrapieni relativamente appiattiti oppure con una sorta di collare concentrico intorno alle pareti esterne. Con un diametro di 15 chilometri Hesiodus-A rappresenta il tipico esempio di cratere concentrico. Questo si trova sul lato meridionale del mare Nubium immediatamente a sudovest di Hesiodus. Da immagini del Lunar Orbiter l’anello più esterno sembra in ottimo stato di conservazione, mentre quello interno presenta alcune irregolarità lungo la parete rivolta all’esterno. In posizione centrale si nota ciò che potrebbe sembrare quanto rimane di un piccolo craterino. Secondo alcuni osservatori, la pendenza esterna degli anelli concentrici sarebbe convessa, mentre in un normale cratere da impatto questa risulta essere concava. L’anello esterno di Hesiodus-A sarebbe alto circa 1700 metri, un valore pari al 55% di un normale cratere avente lo stesso diametro, mentre l’anello interno avrebbe un’altezza pari al 45% della profondità del cratere principale. Circa l’80% dei crateri concentrici oggi conosciuti è distribuito lungo le zone marginali di confine tra le pianure e gli altipiani, mentre ne viene esclusa la presenza al centro delle più vaste aree pianeggianti. Un ulteriore 20% circa si trova all’interno di grandi strutture crateriformi inondate di materiale lavico, frequentemente in prossimità di fatturazioni della crosta superficiale. Esiste un criterio di classificazione di queste particolari strutture, in base al quale viene assegnato un valore da 1 (se in buono stato di conservazione) a 5 (se degradato), inoltre M: pianura – C: altipiano. Volendo considerare solo i 16 crateri concentrici più noti sul totale di 51 attualmente conosciuti appartenenti a questa tipologia, appare subito evidente come questi siano in gran parte localizzati nelle aree pianeggianti mentre solo alcuni sono situati sugli altipiani sudoccidentale e sudorientale. Iniziamo il nostro viaggio fra i crateri concentrici presi in esame partendo dal mare Frigoris, con Archytas-G e Fontenelle-D rispettivamente di 7 e 17 chilometri di diametro entrambi di classe 2M, con anelli interni poco visibili ma in buono stato di conservazione. Lungo il bordo occidentale del mare Imbrium, Gruithuisen-K di classe 2MC, diametro di 6 chilometri, dove alcuni osservatori hanno potuto osservare sullo strato di ejecta tre piccoli crateri concentrici con anelli interni ormai degradati. Passando all’oceanus Procellarum, 50 chilometri ad ovest di Markov (diametro 43 km – pareti di 2450 metri) si può osservare un piccolo cratere concentrico di 7 chilometri, classe 3M, con anello interno in buone condizioni mentre la parete esterna si presenta parzialmente degradata. Circa 230 chilometri ad ovest di Markov, nei pressi di Repsold in una zona percorsa dall’interessantissima ragnatela di solchi formata dalle omonime rime vi è Repsold-A, classe 1C, diametro di 9 chilometri con struttura concentrica in ottimo stato di conservazione. Scendendo più a sud nell’area di Lavosier, diametro 71 chilometri e pareti alte 2000 metri, abbiamo alcuni crateri concentrici di cui il primo, con diametro di 6 chilometri, all’interno dello stesso cratere principale in posizione centrale mentre il secondo, non ancora definitivamente riconosciuto come tale e di soli 3 chilometri, viene indicato nei pressi di Lavoisier-A. Secondo il parere di chi scrive anche Lavoisier-T, diametro di 19 chilometri, presenta una struttura almeno apparentemente concentrica con anelli interni ben conservati. Sempre nell’oceanus Procellarum passiamo ora alla platea di Struve, un grande cratere di 175 chilometri dove una struttura concentrica di circa 6 chilometri, classe 2MC con debole anello interno, è individuabile vicinissimo ad un altro cratere dello stesso diametro disposti in senso nord/sud. Abbandonato l’oceanus Procellarum, nei pressi di Cruger (diametro di 48 chilometri) viene segnalata la presenza di un piccolo cratere concentrico con diametro di soli 2,5 chilometri di classe 3C, ubicato in pieno altipiano di sudovest. Sempre in questo vastissimo altipiano ma circa 500 chilometri più a sud la bella struttura concentrica di Lagrange-T di 12 chilometri e di classe 2C, con un secondo cratere concentrico di 9 chilometri poco più a sud e di classe 4C, quindi molto più degradato. Spostandoci verso il margine ovest del mare Humorum, nella platea di Mersenius (diametro di 87 chilometri) abbiamo in posizione decentrata verso est la struttura concentrica di Mersenius-M di soli 5 chilometri di diametro e di classe 2M. Nella vicina Palus Epidemiarum uno dei più interessanti esempi di cratere concentrico è costituito da Marth, classe 2M, diametro di 7 chilometri e con anelli concentrici ben conservati aventi forma lievemente ellittica in senso nw-se. A sud della Palus Epidemiarum, sul margine del grande altipiano meridionale, la struttura concentrica di Hainzel-H, diametro di 11 chilometri e classe 3C, si presenta con l’anello interno piuttosto degradato. Per andare alla ricerca della struttura concentrica di Hesiodus-A dobbiamo spostarci sul lato meridionale del mare Nubium, immediatamente a sudovest di Hesiodus (44 chilometri). Questo cratere concentrico, in ottimo stato di conservazione, è di classe 1M e con diametro di 15 chilometri. Nella parte sudorientale del mare Fecounditatis, fra i crateri Crozier e McClure, Crozier-H è un altro esempio di cratere concentrico con anello interno di forma ellittica, con diametro di 11 chilometri e di classe 2C. Infine, in pieno altipiano sudorientale fra i crateri Pontanus ed Azophi, la struttura parzialmente degradata di Pontanus-E, diametro di 13 chilometri e classe 3C. Nella stragrande maggioranza delle strutture lunari sono presenti crateri minori, quale logica conseguenza di impatti verificatisi successivamente rispetto all’evento originario, ma si ritiene altamente improbabile che all’origine di questa particolare tipologia di crateri (concentrici) vi sia esclusivamente la caduta al suolo di corpi meteoritici, indipendentemente dalla dinamica dell’impatto stesso. Vi sono inoltre strutture, non propriamente appartenenti a questa tipologia, che nella loro platea contengono più anelli circolari interni, tra cui Sabine, Ritter, Vitello, Posidonius, Gassendi ed altri, con diametro nettamente maggiore rispetto alla media di circa 8 chilometri tipica dei crateri concentrici. Si possono citare macro strutture come, ad esempio, il mare Orientale, costituito da enormi anelli montuosi concentrici generati dall’onda d’urto in seguito all’impatto, la cui genesi però ha ben poco a che vedere con la tipologia esaminata in questo articolo. Se è vero che, fino a prova contraria, la semplice caduta di un corpo meteoritico non può generare strutture concentriche come quelle viste più sopra, allora non potremo esimerci dal considerare l’attività vulcanica del nostro satellite, spostando la nostra attenzione verso i domi lunari. All'epoca dei grandi impatti meteoritici, la conseguente frantumazione di parte della crosta provocò la fuoriuscita di materiale lavico il quale si riversò in superficie. L'attività vulcanica lunare si manifestò anche con eventi non necessariamente così catastrofici, ma anche attraverso i domi, antichi edifici vulcanici sulla cui sommità in passato vi doveva essere l'apertura della bocca eruttiva, colmata dal magma fino a modellare il domo nella forma in cui lo vediamo oggi. Inoltre vi è una seconda ipotesi basata sul fatto che l'attività vulcanica lunare non si manifestò solamente nel modo violento ed esplosivo così come la conosciamo sul nostro pianeta, ma per formare tali strutture la fuoriuscita di materiale lavico deve essere avvenuta in modo molto meno violento: solo così la lava può riuscire a colmare una bocca eruttiva (o parte di essa) per poi scendere ed accumularsi lungo il pendio del domo. Ora si tratta di andare alla ricerca della eventuale correlazione fra strutture crateriformi concentriche ed antichi coni vulcanici, ma questo richiederà una notevole pianificazione di osservazioni sistematiche e dettagliate di questi crateri, oltre all'analisi approfondita di tutta una serie di dati acquisiti in un arco di tempo certamente non breve. Molto probabilmente ci troviamo di fronte a strutture che, essendo state testimoni del manifestarsi di varie forme di vulcanesimo hanno probabilmente costituito un ruolo importante per quanto concerne la storia geologica e la formazione delle pianure e degli altipiani della nostra Luna. |
Osservare i crateri concentrici citati nel testo - To observe concentric craters listed in this page:
Concentric craters | Located | Latit / Longit | Size |
Lunar phase for observation |
Instruments |
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1 | Archytas-G |
Frigoris sea |
55,58°N - 0,77°E | 7 km | First quarter phase | Refractor 100 mm |
2 | Fontenelle-D | Frigoris sea | 62,44°N - 22,88°W | 17 km | 2 days after first quarter phase | Refractor 100 mm |
3 | Marth | palus Epidemiarum | 31,1°S - 29,3°W | 7 km | 2 days after first quarter phase | Refractor 100 mm |
4 | Hainzel-H | southwest plateau | 37°S - 33,1°W | 11 km | 3 days after first quarter phase | Refractor 100 mm |
5 | Merseius-M | west Humorum | 21,2°S - 48,3°W | 5 km | 4 days after first quarter phase | Reflector 200 mm |
6 | Lagrange-T | southwest plateau | 33°S - 62,6°W | 12 km | 6 days after first quarter phase | Refractor 100 mm |
7 | Area of Cruger | southwest plateau | 17°S - 65,7°W | 2,3 km | 6 days after first quarter phase | Reflector 300 mm |
8 | Area of Markov | Procellarum | 52,6°N - 64,8°W | 7,3 | 5 days after first quarter phase | Refractor 100 mm |
9 | inside Lavoisier | Procellarum | 38,4°N - 81,1°W | 5,7 km | during Full Moon | Reflector 200 mm |
10 | Lavoisier-T | Procellarum | 36,51°N - 76,18°W | 19 km | during Full Moon | Refractor 100 mm |
11 | Repsold-A | Procellarum | 51,84°N - 76,31°W | 9 km | during Full Moon | Refractor 100 mm |
12 | inside Struve | Procellarum | 22°N - 77,7°W | 6 km | 6 days after first quarter phase | Refractor 100 mm |
13 | Gruithuisen-K | west Imbrium | 35,3°N - 42,7°W | 6 km | 3 days after first quarter phase | Refractor 100 mm |
14 | Hesiodus-A | south Nubium | 30,0°S - 17,0°W | 15 km | 1 days after first quarter phase | Refractor 100 mm |
15 | Crozier-H | southwest Fecounditatis | 14°S - 49,40°E | 11 km | 4 days after New Moon | Refractor 100 mm |
16 | Pontanus-E | southeast plateau | 25,2°S - 13,20°E | 13 km | 6 days after New Moon | Refractor 100 mm |
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In all the solid objects of our solar system it has been by now assessed the presence of most numerous crater structures having the most varied dimensions, whose formation is from making to go back to the age in which great meteoritics impacts of it they upset repeatedly the superficial ones. Therefore also our Moon was forced to endure the same tumultuous treatment, and the result is what by now they give beyond four centuries (even if personally creed from ages very remoter.....) we can in detail observe with our telescopes more and more perfects to you. While the common typology of an impact crater is constituted by a circular structure surrounded by walls more or less high and from the frequent presence of a montainous central system, there are craters whose particular morphology could credit of a different origin: they are the concentric craters. In the officially list they are the 51 currently known structures pertaining to this anomalous typology of craters distributed on the lunar surface. Among the main characteristics there is the diameter, medium of approximately 8 kilometers, containing concentric rings in the flat. These circular rings insides can more be constituted by weak dorsum or less it degrades (more ancient craters) or with clean and steep reliefs, as earthwork relatively hide or with one risen of concentric collar around to the external walls. With a diameter of 15 kilometers Hesiodus-A it represents the typical concentric crater example. This is found immediately on the southern side of the Nubium sea to southwest of Hesiodus. By images of the Lunar Orbiter the more external ring seems in optimal state of conservation, while that inside introduces some long irregularity the wall turned to the outside. In his center we can see that could seem how much remains of a very small crater. According to some observatories, the external slope of rings concentrates would be convex, while in a normal crater from impact this turns out to be concave. The external ring of Hesiodus-A would be high approximately 1700 meters, an equal value to 55% of a normal having crater the same diameter, while the inner ring would have an equal height to 45% of the depth of the main crater.
Approximately 80% of craters it concentrates known us today is distributed along the marginal zones of border between plains and plateaus, while he comes some excluded the presence to the center of the immensest flat areas. Ulterior a 20% approximately are found to the inside of great crater structures overflowed of lavic material, frequently in proximity of invoicings of the superficial crust. A criterion of classification of these particular structures exists, based on which it comes assigned a value from 1 (if in good state of conservation) to 5 (if degraded), moreover M: plain - C: plateau. Wanting to only consider 16 craters it concentrates us more famous on the total of 51 currently known pertaining ones to this typology, appears obvious as these are in great part localize in the flat areas while only some are situate on southwestern and Southeastern plateaus.
We begin our travel among concentric craters to us considered leaving from the Frigoris sea, with Archytas-G and Fontenelle-D respective of 7 and 17 kilometers of diameter both of class 2M, with little visible inner rings but in good state of conservation. Along the western edge of the Imbrium sea, Gruithuisen-K of class 2MC, diameter of 6 kilometers, where some observatories have been able to observe on the layer of ejecta three small concentric craters with inner rings by now degrade. In the oceanus Procellarum, 50 kilometers to the west of Markov (diameter 43 km - walls of 2450 meters) can be observed a small concentric crater of 7 kilometers, class 3M, with inner ring in good conditions while the external wall is introduced partially degraded. Approximately 230 kilometers to the west of Markov, near Repsold in a zone with the most interesting system formed by the omonime rhymes is Repsold-A, class 1C, diameter of 9 kilometers with concentric structure in optimal state of conservation. Coming down more to south in the area of Lavosier, diameter 71 kilometers and high walls 2000 meters, we have some concentric craters of which the first one, with diameter of 6 kilometers, to the inside of the same main crater in central position while the second, not still definitively recognized like such and of 3 kilometers only, comes indicated Lavoisier-A. According to the opinion of who Lavoisier-T writes also, diameter of 19 kilometers, introduces one structure at least apparently concentric with inner rings very conserved. In oceanus Procellarum we go to the flat of Struve, a great crater of 175 kilometers where a concentric structure of approximately 6 kilometers, class 2MC with weak inner ring, is individualistic nearest to an other disposed crater of the same diameter in sense north/south. Abandoned oceanus the Procellarum, nearby Cruger (diameter of 48 kilometers) come marked the single presence of a small concentric crater with diameter of 2,5 kilometers of class 3C, located in southwest wall. Always in this immensest plateau but approximately 500 kilometers more to south the beautiful concentric structure of Lagrange-T of 12 kilometers and class 2C, with according to concentric crater of 9 kilometers little more to south and than class 4C, therefore much more degraded. Moving towards the margin the west of the Humorum sea, in the flat of Mersenius (diameter of 87 kilometers) we have in position put off center towards east the concentric structure of Mersenius-M of single 5 kilometers of diameter and class 2M. In the neighbor Palus Epidemiarum one of the more interesting examples than concentric crater is constituted from Marth, class 2M, diameter of 7 kilometers and with rings it concentrates very conserved having elliptic shape light in sense nw-se. To south of the Palus Epidemiarum, on the margin of the great southern plateau, the concentric structure of Hainzel-H, diameter of 11 kilometers and class 3C, are introduced with the rather degraded inner ring. In order to go to the search of the concentric structure of Hesiodus-A we must be moved on the southern side of the Nubium sea, immediately to southwest of Hesiodus (44 kilometers). This concentric crater, in optimal state of conservation, is of class 1M and with diameter of 15 kilometers. In the Southeastern part of the Fecounditatis sea, between the craters Crozier and McClure, Crozier-H it is an other concentric crater example with inner ring of elliptic shape, with diameter of 11 kilometers and class 2C. Finally, in full Southeastern plateau between the craters Pontanus and Azophi, the structure partially degraded of Pontanus-E, diameter of 13 kilometers and class 3C.
In the overwhelming majority of the lunar structures they are present smaller craters, which logical consequence of impacts taken place subsequently regarding the original event, but one highly thinks improbable that to the origin of this particular typology of craters (concentrics) is exclusively the fall to the ground of meteoritic objects, independently from dynamics of the same impact. There are moreover structures, not properly pertaining to this typology, than in their flat insides contain more circular rings, between which Sabine, Ritter, Posidonius, Gassendi and others, with clearly greater diameter regarding the average of approximately 8 kilometers typical of concentric craters. Structures like, as an example, can be cited macro structure of Mare Orientale them, constituted by enormous concentric montainous rings generate from the shock wave as a result of the ancient impact, whose genesis but has very little to that to see with the typology examined in this article. If it is true that, until contrary test, the simple fall of a meteoritic object cannot generate concentric structures as those sights more over, then we will not be able to get out considering the vulcanic activity of our satellite, moving our attention towards the lunar domes. To the age of the great meteoritic impacts, the consequent crushing of part of the crust provoked the spillage of lavic material which to flow on the surface. The lunar vulcanic activity was manifested also with events therefore not necessarily catastrophic, but also through it tames, ancient vulcanic buildings on whose top in passed had to be the opening of the eruptive mouth, overwhelmed from the magma until modeling the shape in which we see it today. Moreover there is a second hypothesis based on the fact that a lunar vulcanic activity did not only manifest in the violent and explosive way therefore as knows it on our planet, but in order to form such structures the spillage of lavic material must have happened in way the much less violent one: therefore it only washes it can succeed to overwhelm a eruptive mouth (or it leave of it) in order then to come down and to accumulate itself along the slope of the dome. Hour draft to go to the search of the eventual correlation between concentric crater structures and ancient vulcanic cones, but this demands a remarkable planning of systematic and detailed observations. A lot probably we find to analyze structures that, being been witnesses of manifesting itself of several volcanic shapes they have probably constituted an important role for how much concerns the geologic history and the formation of plains and plateaus of our Moon.