Astronomica Langrenus
Mineral Moon - I colori delle strutture
lunari:
Sinus Iridum
( Da immagini acquisite in data 10/09/2012 - 02/05/2012 )
La nostra Luna è colorata ? Veramente sia ad occhio nudo, con un binocolo o attraverso gli oculari di un qualsiasi telescopio, uno dei punti fermi rispetto ai quali nessuno finora si è mai sognato di cambiare opinione è la colorazione della Luna: E' grigia punto e basta, ma se proprio vogliamo concedere qualcosa alla "fantasia", al massimo possiamo ammettere che vi siano varie sfumature grigio/giallastre, oltre al bel pallone giallo/arancio quando sorge in Luna Piena. Tutto è in relazione a "cosa vogliamo vedere" sul nostro satellite: Chi è convinto del "luminoso grigiore lunare", troverà semplice e comodo non discostarsi eccessivamente dalle proprie convinzioni, considerando qualche veloce occhiata nell'oculare di un telescopio alla stregua di una seduta al bar davanti ad un buon bicchiere di "rosso": Per questi "incalliti osservatori del cielo...." risulterà estremamente semplice la correlazione fra qualche bicchiere di vino (bianco o rosso poco importa) ed i colori della Luna.... Ma per chi intende l'osservazione lunare come una piccolissima attività di ricerca (con tutti i limiti del caso, siamo solo astrofili !!) finalizzata ad evidenziare dettagli la cui percezione sfugge ad osservazioni casuali e non sistematiche, le cose non stanno proprio così. Infatti già da alcuni anni vari appassionati si dedicano anche a questo settore dell'osservazione lunare raggiungendo ottimi risultati e con interessanti risvolti nella comprensione della tormentata storia geologica del nostro satellite. Per questo lavoro non sono necessari grandi software (tanto complicati quanto inutili), è sufficiente operare col solito e intramontabile Photoshop: l'importante è lavorare in modo progressivo al fine di percepire le graduali e tenui variazioni nella colorazione delle strutture superficiali del nostro satellite. Pertanto in questa nuova Sezione del mio Sito viene effettuata la pubblicazione di una serie di rielaborazioni di determinate regioni della Luna, partendo da immagini acquisite con la telecamera Imaging Source DBK41 raw a colori con risoluzione di 1280 x 960 senza filtri. Nonostante sia sempre consigliabile effettuare anche osservazioni visuali con l'interposizione alternata di filtri colorati, sempre finalizzate alla eventuale percezione di locali variazioni nelle tenui colorazioni del suolo lunare, ritengo che l'immagine in quanto tale sia esente da qualsiasi interpretazione soggettiva da parte dell'osservatore, dando per scontata la rigorosa applicazione di un processo di elaborazione che sia perfettamente riproducibile anche in caso di eventuali successive verifiche. Personalmente parto sempre da immagini in formato BMP o TIFF ottenute dalla elaborazione dei video acquisiti con la strumentazione specificata in questa pagina.
Ma dove ci conducono i colori della Luna ? Come ben sappiamo, un qualsiasi oggetto ci appare di uno specifico colore in quanto esso rifletterà una certa lunghezza d'onda piuttosto di altre. Al contrario, un foglio di colore bianco diffonde uniformemente tutti i colori della radiazione solare. Il nostro pianeta se osservato dallo spazio ci presenta una differente colorazione in relazione alla composizione chimica del suolo. Analogamente, se l'informazione luminosa e cromatica proveniente dalla Luna viene adeguatamente corretta applicando successivamente un notevole incremento della saturazione (compatibilmente con la conseguente possibile creazione di dannosi artefatti), ciò che otterremo saranno le reali tonalità esistenti sulla superficie lunare, anche in questo caso in stretta relazione con la composizione chimica dei materiali che ricoprono sia le grandi estensioni pianeggianti e gli altipiani, sia le singole strutture superficiali seleniche. L'esigenza di risultati "riproducibili" ci impone di evitare nel modo più assoluto eventuali colorazioni arbitrarie.
Dal materiale visualizzato online risulta che le COLORAZIONI LUNARI dovrebbero essere così interpretate:
Zone altimetricamente elevate (Altipiani, ecc) con rocce di anortosite gabbrica molto antiche con scarso contenuto in Ferro e Titanio: Tonalità di colore ROSSO.
Zone altimetricamente elevate (Altipiani, ecc) con rocce di anortosite gabbrica più recenti: Tonalità di colore BLU.
Mari lunari, con età da circa 3,9 a 1 miliardo di anni, costituiti prevalentemente da rocce basaltiche ricche di Ferro con scarso contenuto di Titanio: Tonalità di colore GIALLO/ARANCIO.
Mari lunari, con età da circa 3,9 a 1 miliardo di anni, costituiti prevalentemente da rocce basaltiche ricche di Ferro ed elevato contenuto di Titanio: Tonalità di colore BLU.
Oltre a queste principali unità geologiche, vi sono i materiali presenti nei bacini da impatto e nei crateri, che vanno dal colore ROSSO e BLU SCURO dei bacini più antichi, al colore BLU CHIARO dei raggi che si sviluppano radialmente dai crateri meno antichi.
Antichi flussi di lava: Tonalità MARRONE.
Per le conclusioni in base a quanto emerso da questo lavoro, vedere a fondo pagina
Sinus Iridum (1)
Il Sinus Iridum si trova sul margine NW del mare Imbrium e la sua particolare conformazione a golfo lo rende fra le più note strutture osservate dagli astrofili sulla superficie lunare. Ha una superficie di 237.000 kmq ed un diametro di 411 km, mentre il fondo si trova ad un livello inferiore di 600 metri rispetto all'adiacente mare Imbrium. Molto probabilmente si tratta di quanto rimane di un grande cratere parzialmente invaso da giganteschi quantitativi di materiale magmatico risaliti in superficie in seguito al vero e proprio cataclisma che fu all'origine del mare Imbrium (E non potrebbe essere altrimenti, in quanto la formazione di una enorme depressione di 890.000 kmq non può essere ricondotta al semplice impatto di un piccolo meteorite). Infatti il fondo del Sinus Iridum è percorso da varie onde di magma ormai solidificato le quali rendono questa ipotesi estremamente realistica, uno dei tanti capitoli della drammatica storia geologica del nostro satellite.
Immagini da video del 10 Settembre 2012 - Fase di 23 giorni Specifiche della cattura video: Fuoco diretto - NO IR cut - Strumentazione: Maksutov Cassegrain Rumak 255mm F20 - Caratteristiche dei video: Media di 200 su 500 frames a 3,7 fps - Esp. 1/8 di sec - Y800/RGB24 - Acquisizione 2'13" - Gain 500-600 - Istogramma 200 - Telecamera: IMAGING SOURCE DBK41AU02.AS colori RAW 1280 X 960 - Elaborazione video e somma dei frames: Registax 6 - Elaborazione immagini: Filtri Vawelet di Registax6 + Photoshop |
(Sopra) A: Panoramica del Sinus Iridun, elaborazione originale. | (Sopra) B: Sono state applicate le seguenti opzioni: Regolazioni / Corrispondenza colore / Luminanza 100 / Intensità colore 200 / Dissolvenza 0 / Neutralizza ON. |
(Sopra) C: Sono state applicate le seguenti opzioni: Regolazioni / Corrispondenza colore / Luminanza 100 / Intensità colore 200 / Dissolvenza 0 / Neutralizza ON / Saturazione + 55. Nonostante il moderato incremento della saturazione, possiamo già percepire la colorazione gialla/arancio dell'area a N-NW del Sinus Iridum e sul fondo della medesima struttura, mentre si nota chiaramente come avvicinandosi alla grande pianura del mare Imbrium, il suolo assuma una colorazione verso il blu. Una lievissima tonalità blu è percepibile anche nel mare Frigoris. | (Sopra) D: Sono state applicate le seguenti opzioni: Regolazioni / Corrispondenza colore / Luminanza 100 / Intensità colore 200 / Dissolvenza 0 / Neutralizza ON / Saturazione + 70. Al contrario della precedente immagine, in questo caso il più deciso incremento della saturazione ha evidenziato la notevole differenza di colore fra il mare Imbrium e l'area del Sinus Iridum, compresa la zona che si estende a N-NW di questo. Una lievissima tonalità blu è percepibile anche nel mare Frigoris. |
Sinus Iridum (2)
Immagini da video del 02 Maggio 2012 - Fase di 10 giorni Specifiche della cattura video: Fuoco diretto - NO IR cut - Strumentazione: Maksutov Cassegrain Rumak 255mm F20 - Caratteristiche dei video: Media di 200 su 1000 frames a 7,5 fps - Esp. 1/13 di sec - Y800/RGB24 - Acquisizione 2'13" - Gain 500-600 - Istogramma 200 - Telecamera: IMAGING SOURCE DBK41AU02.AS colori RAW 1280 X 960 - Elaborazione video e somma dei frames: Registax 6 - Elaborazione immagini: Filtri Vawelet di Registax6 + Photoshop |
(Sopra) A: Panoramica del Sinus Iridun, elaborazione originale. | (Sopra) B: Sono state applicate le seguenti opzioni: Regolazioni / Corrispondenza colore / Luminanza 100 / Intensità colore 200 / Dissolvenza 0 / Neutralizza ON. |
(Sopra) C: Sono state applicate le seguenti opzioni: Regolazioni / Corrispondenza colore / Luminanza 100 / Intensità colore 200 / Dissolvenza 0 / Neutralizza ON / Saturazione + 70. | (Sopra) D: Sono state applicate le seguenti opzioni: Regolazioni / Corrispondenza colore / Luminanza 100 / Intensità colore 200 / Dissolvenza 0 / Neutralizza ON / Saturazione + 80. Abbastanza netta la distinzione fra il blu del mare Imbrium ed il giallo/arancio del Sinus Iridum. meglio visibile il blu nel mare Frigoris. |
Conclusioni: Analizzando le due immagini qui sotto, le quali costituiscono il risultato finale di questo lavoro, a prescindere dalle eventuali varianti introdotte principalmente a causa della differente incidenza dell'illuminazione solare, possiamo affermare che le colorazioni emerse dal processo di rielaborazione ci riportano ad uno dei tanti drammatici eventi che sconvolsero la superficie lunare. Infatti, in 10/09/2012-D, la colorazione gialla/arancio dell'area a N-NW del Sinus Iridum rivela la presenza di rocce basaltiche più antiche, ricche di Ferro ma con scarso contenuto di Titanio. Tale colorazione interessa anche il fondo di Iridum, mentre procedendo verso il mare Imbrium emerge più decisamente il blu delle rocce anortositiche più recenti e rocce basaltiche delle pianure, ricche di Titanio e dii Ferro. Passando all'immagine 02/05/2012-D, la differente incidenza della radiazione solare incrementa la percezione delle varie sfumature che rendono più tortuoso il confine tra i vari tipi di rocce basaltiche. In quest'ultima immagine è migliore la percezione del blu del mare Frigoris il quale, essendo anch'esso una distesa relativamente pianeggiante, presenta rocce basaltiche tipiche delle pianure lunari mischiate al giallo/arancio delle rocce più antiche.
Dal materiale visualizzato online risulta che le COLORAZIONI LUNARI dovrebbero essere così interpretate:
Zone altimetricamente elevate (Altipiani, ecc) con rocce di anortosite gabbrica molto antiche con scarso contenuto in Ferro e Titanio: Tonalità di colore ROSSO.
Zone altimetricamente elevate (Altipiani, ecc) con rocce di anortosite gabbrica più recenti: Tonalità di colore BLU.
Mari lunari, con età da circa 3,9 a 1 miliardo di anni, costituiti prevalentemente da rocce basaltiche ricche di Ferro con scarso contenuto di Titanio: Tonalità di colore GIALLO/ARANCIO.
Mari lunari, con età da circa 3,9 a 1 miliardo di anni, costituiti prevalentemente da rocce basaltiche ricche di Ferro ed elevato contenuto di Titanio: Tonalità di colore BLU.
Oltre a queste principali unità geologiche, vi sono i materiali presenti nei bacini da impatto e nei crateri, che vanno dal colore ROSSO e BLU SCURO dei bacini più antichi, al colore BLU CHIARO dei raggi che si sviluppano radialmente dai crateri meno antichi.
Antichi flussi di lava: Tonalità MARRONE.
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NOTA: Questo modesto lavoro è stato realizzato esclusivamente a scopo divulgativo, ben lontano da qualsiasi presunzione di esattezza delle osservazioni e dei dati pubblicati in questa pagina.
Ringrazio anticipatamente tutti coloro che vorranno inviare eventuali annotazioni, critiche, consigli, ecc. No perditempo !
Vedere anche: ""Sono questi i veri colori della LUNA ?""