Astronomica Langrenus
La regione di CAUCHY - Region of CAUCHY crater
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Con la Luna in fase di 4 giorni puntiamo il telescopio in prossimità del margine orientale del mare Tranquillitatis ed inquadriamo nel campo dell’oculare una zona compresa in un ipotetico triangolo ai cui vertici vi sono i crateri Sinas, Da Vinci, Taruntius. Lungo il segmento nord di questo triangolo, fra Sinas e Da Vinci in una zona in cui prevalgono rilievi collinari, vediamo Cauchy, una cratere con diametro di 13 chilometri contornato da pareti alte circa 1800 mt le quali si presentano ben definite non avendo subito il processo distruttivo di impatti meteoritici successivi a quello originario.
Ma
vi sono alcune caratteristiche che rendono questo cratere un soggetto
interessantissimo per gli appassionati di osservazioni lunari, un caso
praticamente unico sulla superficie del nostro satellite. Innanzi tutto
Cauchy si trova in un zona delimitata dai due segmenti (Cauchy 1° e Cauchy
2°) di quella struttura che abbastanza impropriamente viene definita come
“rima Cauchy” i quali si estendono per una lunghezza di circa 120 - 140
chilometri a nordest ed a sudovest dello stesso cratere. Osservando in
dettaglio queste strutture con strumenti del diametro di almeno 80-90 mm a
circa 120-150 ingrandimenti appare evidente come il segmento di nordest,
molto più ravvicinato a Cauchy, si differenzi nettamente rispetto a quello
di sudovest. Infatti il primo esibisce la tipica conformazione di un solco,
di una fratturazione del suolo lunare, quanto rimane di un antico canale di
lava in cui un tempo scorreva il magma semifluido. Lo si può definire un
tipico “graben”, una trincea originatasi dallo sprofondamento di una
ristretta porzione di suolo esistente fra due zone adiacenti ed estesa anche
per parecchi chilometri. Al contrario il segmento di sudovest, che sarebbe
più opportuno definire come Rupes Cauchy, ci appare come una lunga e grande
faglia da cui si dipartono varie ramificazioni secondarie, costituite
prevalentemente da corrugamenti e scoscese ondulazioni del suolo lunare. Si
tratta in effetti di una ripida scarpata posta a delimitare due zone fra le
quali vi è un dislivello di alcune centinaia di metri. Pertanto entrambi i
segmenti della rima Cauchy stanno a testimoniare un capitolo della ricca
storia geologica del nostro satellite, un fenomeno tipico generato dal
progressivo raffreddamento di vaste regioni della superficie lunare
ricoperte di materiale lavico. Queste strutture, così interessanti dal
punto di vista geologico e tanto ravvicinate nonostante la loro diversità,
costituiscono un bottino irrinunciabile per chi si trovasse a passare da
quelle parti col proprio telescopio. Come sempre sarà fondamentale
osservare in luce solare radente, quando cioè si trovano nei pressi del
terminatore.
Veniamo
ora ad esaminare la superficie lunare immediatamente ad ovest di Cauchy,
dove in condizioni normali di illuminazione solare non si nota nulla di
particolarmente interessante, mentre se osserviamo in luce radente non si può
fare a meno di notare la presenza di due brevi faglie che con andamento
prevalentemente rettilineo si dipartono dal cratere estendendosi
rispettivamente verso nordovest e sudovest. Il ramo orientato a nordovest,
dalla parete nordoccidentale di Cauchy va a terminare in prossimità della
rima Cauchy dopo circa 18-20 chilometri ma senza confluire direttamente nel
solco citato. Al contrario, il ramo orientato a sudovest, dalla parete
sudoccidentale raggiunge dopo circa 30 chilometri la Rupes Cauchy nel punto
in cui dalla stessa iniziano alcune ramificazioni secondarie. Analizzando in
dettaglio queste due interessantissime strutture, si percepisce chiaramente
come il ramo diretto verso la Rupes Cauchy intersechi vari rilievi collinari
posti in successione lungo il suo percorso, mentre il ramo orientato verso
la Rima Cauchy esibisce un andamento più regolare. La particolarità che
accomuna queste due piccole faglie è costituita dal fatto che esse si
sviluppano simmetricamente dal cratere Cauchy.
Un
altro aspetto che rende ancora più problematico comprendere la vera origine
di ciò che stiamo osservando è costituito dalle ombre proiettate dal
cratere in determinate condizioni di illuminazione. Infatti con radiazione
solare proveniente da est vengono proiettati due apparenti coni d’ombra in
direzione ovest. La probabile presenza di un elevato rilievo collinare ad
occidente di Cauchy e la perfetta coincidenza di questo con l’ombra
proiettata dal cratere stesso in relazione ad una ben precisa altezza del
Sole sull’orizzonte lunare, potrebbe contribuire a determinare come una
sorta di “sdoppiamento” di tale ombra generando quell’effetto ottico
che all’osservazione telescopica viene percepito con la presenza di due
coni d’ombra posizionati esattamente alla base delle due piccole faglie
sopra descritte. Indubbiamente la figura geometrica determinata dalla
sovrapposizione dei due rami di faglia e dell’ombra “sdoppiata” può
creare un’immagine dalla conformazione enigmatica la cui probabile origine
in seguito ad una più attenta analisi viene ricondotta a più realistiche
conclusioni.
Ma
le cose interessanti da osservare intorno a Cauchy non finiscono qui.
Infatti un ulteriore elemento che caratterizza questo cratere e la zona
immediatamente circostante è costituito dalla presenza di due strutture a
domo, denominate Omega e Tau, situate poco a sud della Rupes Cauchy. I domi
rappresentano una testimonianza dell’antica attività vulcanica lunare la
quale si manifestò con eventi probabilmente molto meno catastrofici
rispetto a quanto avviene sulla Terra. Si tratta di strutture la cui
osservabilità viene notevolmente condizionata dalla loro particolare
conformazione a rilievo cupoliforme con la sommità sovente smussata, con
altezza non superiore ad alcune centinaia di metri e con lunghezza
mediamente intorno ai 12-15 chilometri. Sarà importante osservare in luce
solare radente e con strumenti di 120-150 mm a riflessione o 100-120 mm a
lente per poter distinguere dettagli altrimenti di non sempre facile
individuazione. Sulla parte sommitale di questi due domi si percepisce la
presenza di irregolarità ed un piccolo cratere, quanto oggi rimane
dell’antica bocca eruttiva quasi completamente colmata dalla fuoriuscita
di materiale lavico il quale successivamente prese a scendere accumulandosi
lungo il pendio del domo contribuendo a creare la forma che conosciamo.
Osservare
l’area immediatamente circostante al cratere Cauchy significa pertanto
rendersi conto di come i vari capitoli della storia geologica lunare abbiano
contribuito a modellare la superficie del nostro satellite con la creazione
di strutture dalla differente morfologia, ognuna delle quali è la
testimonianza di come anche in un’area dall’estensione limitata come
quella intorno a Cauchy, il suolo della Luna abbia reagito in modo così
diverso fino a formare la Rima e la Rupes Cauchy, le faglie a Nordest ed a
Sudovest del cratere ed alcuni domi. Gli Astrofili appassionati di
osservazioni lunari non si lasceranno certamente sfuggire un’occasione così
imperdibile per osservare una regione tanto interessante. Le webcam e le
strumentazioni CCD non attendono altro che sfamare i loro pixel.