Astronomica Langrenus
Il Ponte sulla valle di BULLIALDUS
A bridge on the BULLIALDUS Valley
Nessuno è mai andato alla ricerca di ponti o archi naturali sulla superficie del nostro satellite ?? Con la Luna in fase di due giorni dopo il primo quarto, orientate il vostro telescopio sul settore nord occidentale del mare Nubium ed inquadrate l’area compresa fra Bullialdus, Lubiniezky ed i crateri Lubiniezky-A ed E. Innanzitutto dovremo individuare la cosiddetta Bulliladus Valley, distesa fra l’omonimo cratere e Lubiniezky-E, la quale potrebbe anche essere definita come una depressione situata ad un livello inferiore rispetto alla media della zona circostante. Tale struttura, meglio nota come Bullialdus-W, lungo il suo percorso di circa 140 km appare come delimitata da un susseguirsi di linee di cresta di modesta elevazione presenti anche se con varie discontinuità su entrambi i suoli lati. La particolarità di Bulliladus-W consiste nel fatto che in prossimità del piccolo cratere Agatharchides-O (diametro 5 km) questa sembra sormontata perpendicolarmente da un rilievo isolato la cui particolare morfologia potrebbe accreditarne l’appartenenza ai cosiddetti ed ancora praticamente sconosciuti “archi o ponti naturali”. E’ ancora più interessante notare come tale ipotetico “arco”, sia posizionato proprio nel punto in cui si intersecano i vari segmenti di valli o depressioni, curiosamente disposti a formare una “Y” nel senso NW-SE, che collegano fra loro i crateri Bullialdus, Lubiniezky –A ed E. Un particolare ritenuto importante è costituito dal fatto che gran parte dell’area presa in esame è interessata dallo sviluppo della fascia di strie biancastre che da Tycho si spingono fino al sud Procellarum, probabile conferma che tali strutture si formarono in un’epoca antecedente alla nascita del cratere Tycho (100-130 milioni di anni, mentre la zona fra Bullialdus e Lubiniezky ha un’età dai 3 ai 4 miliardi di anni). Osservata in dettaglio, la Bullialdus Valley si sviluppa dalla parete nordovest dell’omonimo cratere fino al rilievo oggetto delle nostre attenzioni mantenendo una larghezza media di circa 18-20 km, mentre il segmento che raggiunge Lubiniezky-E appare più sinuoso e con larghezza variabile.
Non è attualmente possibile fornire una spiegazione certa in merito alla formazione di un tale rilievo, anche se possiamo ragionevolmente supporre che all’origine di queste strutture vi sia l’emissione di notevoli quantità di materiale lavico dal sottosuolo o proveniente dalle aree limitrofe. Infatti ci troviamo in prossimità di crateri, Lubiniezky e Lubiniezky-E, quasi completamente sommersi da lava e materiali vari, oltre ad altri crateri con le pareti parzialmente demolite fra cui Lubiniezky-A ed il piccolo cratere nei pressi di Agatharchides-O. tutti residui di un’antica attività effusiva magmatica che proprio in questa zona segnò una delle più evidenti tappe della storia geologica lunare, in stretta relazione con la formazione del bacino di Nubium e della regione circostante così come oggi li possiamo osservare, mentre la Bullialdus Valley e segmenti adiacenti potrebbero essere stati interessati dallo scorrimento di tale materiale lavico.
Ma se ci chiediamo se possano esistere ponti naturali sulla Luna, non vedo il motivo per cui si debba negarne a priori l’esistenza come intrappolati da una sorta di chiusura mentale: solamente con osservazioni sistematiche e mirate gli Astrofili potranno fornire il loro prezioso contributo.
Una provocazione. Osservate attentamente lo sviluppo dell’estremità del presunto “ponte” rivolta verso Bullialdus ed i piccoli rilievi circostanti: non potrebbe trattarsi del residuo di un antichissimo cratere antecedente alla formazione di Bullialdus Vallis e della zona circostante ?
Non rimane che prendere il telescopio e cominciare ad osservare.