Astronomica  Langrenus


 La regione di Apollo 16 - Apollo 16 landing site

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Immagine telescopica della zona - Apollo 16 site: telescopic view by CLA


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Image by NASA of Apollo 16 Landing Site


L’esplorazione del nostro satellite prosegue con Apollo 16, lanciato il 16 Aprile 1972 da Cape Canaveral, con Thomas Mattingly pilota dell’astronave madre denominata Casper, mentre il comando della missione viene affidato a Young ed alla guida del modulo lunare Orion vi è Duke. A causa di numerose avarie tecniche verificatesi durante il viaggio, il centro di Houston decise di ridurre la durata complessiva della missione di circa 25 ore. Il punto prestabilito per la discesa sulla superficie lunare è individuato in prossimità del cratere Cartesio, sull’altipiano di Cayley. La zona di allunaggio è osservabile con la fase lunare prossima al primo quarto, tracciando una ipotetica linea tangente alle estremità nord dei crateri Theophilus ed Albategnius. A metà percorso, questa linea interseca l’altipiano di Cayley. In una zona delimitata dai crateri Descartes e Dollond a sud, Taylor a nord, Andel a sudovest e Zollner a nordest, si è concretizzata la missione di Apollo 16.

Ci troviamo in un tipico altipiano lunare ricco di strutture crateriformi anche di considerevoli dimensioni, quindi un terreno particolarmente accidentato, certamente non l’ideale per uno sbarco in completa sicurezza. Infatti a soli tre metri dal punto in cui scese il modulo lunare vi è un cratere la cui profondità di circa sette metri avrebbe indubbiamente creato non pochi problemi in caso di una maggiore vicinanza ad esso.

Volendo passare in rassegna le strutture che potremo osservare nell’area a 50 chilometri da Apollo 16-Base partiamo da Descartes, cratere con diametro di 48 chilometri e con pareti di circa 800-900 metri, la cui origine è da far risalire al periodo geologico Nectariano, fra 3,9-3,8 miliardi di anni fa, osservabile con un rifrattore di almeno 50 mm. Il fondo si presenta estremamente ricco di rilievi, piccoli crateri e varie fessurazioni. Si tratta di un cratere con le pareti terrazzate e costituite da anelli concentrici, particolarmente danneggiate sul lato settentrionale in cui si trovano Descartes-E e Descartes-C, rispettivamente a nord e nordest con diametro di circa 4 chilometri, rintracciabili con riflettori di almeno 200 mm. Sulla parete di sudovest vediamo Decartes-A, diametro di 16 chilometri, osservabile con rifrattore da 100 mm. Poco a nord di Descartes vi è Dollond,  diametro di 12 chilometri e pareti ripide alte 1600 metri, a forma di conca ed ubicato in una regione montuosa. E’ osservabile con rifrattore di almeno 100 mm. Con un riflettore di 200 mm, a nordest è interessante andare alla ricerca di Dollond-T, diametro di 3 chilometri. Circa 110 chilometri a nord di Apollo 16-Base vediamo Taylor, con diametro di 43 chilometri e pareti terrazzate di 2500 metri, con forma allungata in senso nord-sud e con rilievo montuoso centrale. A nordovest Taylor-A di 38 chilometri, ad ovest Taylor-D di 8 chilometri visibile con rifrattore di 100 mm, infine a sud Taylor-E di 14 chilometri. A 90 chilometri a sudovest di Apollo 16-Base troviamo Andel, cratere di 36 chilometri e pareti alte 1300 metri, originatosi nel periodo geologico Pre-Imbriano, da 3,8 a 4,5 miliardi di anni fa. Si tratta di una struttura dal fondo collinare e danneggiata sul lato meridionale in cui vediamo Andel-G di 4 chilometri, osservabile con riflettore di almeno 200 mm. A nordovest Andel-M + N, rispettivamente di 27 ed 8 chilometri. A sudovest Andel-A + D rispettivamente di 14 e 6 chilometri. A sud Andel-S + P + E, rispettivamente di 4, 19 e 6 chilometri. Spostandoci di 90 chilometri ad est-nordest da Apollo 16-Base ecco il cratere Zollner, diametro di 48 chilometri e pareti terrazzate alte circa 600-800 metri, quasi completamente distrutto da impatti successivi a quello originario e con vari piccoli crateri. Il fondo è particolarmente accidentato e con rilievo montuoso centrale. A nord Zollner-H di 8 chilometri, ad ovest Zollner-D di 24 chilometri, a sudovest Zollner-E di 6 chilometri.

Per i loro spostamenti sulla superficie lunare, Young e Duke utilizzarono il Lunar Rover percorrendo una distanza totale di 28 chilometri, allontanandosi fino ad una distanza massima di 6 chilometri da Apollo 16-Base. A quattro chilometri esplorarono il rilievo montuoso denominato “Montagna della Pietra” ed il brillante cratere South Ray largo 1 chilometro, i cui ejecta vennero prelevati per essere analizzati. L’attività di ricerca venne effettuata con un radiotrasmettitore, un sismometro attivo ed uno passivo, magnetometro, un misuratore di flusso termico ed un riflettore laser. L’estrazione di campioni di rocce si spinse fino ad una profondità di 3 metri per un totale di 97 kg di materiale roccioso. La zona esplorata sull’altipiano di Cayley non rivelò la presenza di colate di materiale lavico ma di brecce, conglomerati di rocce costituiti da vari frammenti cementati fra loro a causa di violenti impatti. Venne inoltre installato il primo osservatorio astronomico sulla superficie lunare per l’acquisizione di immagini in luce ultravioletta. Per quanto riguarda l’aspetto geologico della missione, vennero provocati artificialmente circa 30 terremoti al fine di studiare la consistenza degli strati del sottosuolo.  Sull’astronave madre durante le sue 64 orbite intorno alla Luna, al fine di studiare eventuali mutazioni genetiche, colonie di batteri, uova di gambero e funghi vennero esposti alla radiazione cosmica. I campioni di rocce prelevati da Young e Duke rivelarono un’età di oltre quattro miliardi di anni.

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