Astronomica Langrenus
La regione di Apollo 11 - Apollo 11 landing site
- A fianco, la zona in cui scese APOLLO 11 nelle mappe di Astronomica Langrenus: |
In Italia sono le ore 4,55 del 21 Luglio 1969. Sono trascorse 102 ore, 47 minuti e 3 secondi da quando “Apollo 11” ha iniziato il suo viaggio verso la Luna portando per la prima volta rappresentanti della nostra Civiltà a camminare sulla superficie del nostro satellite, scendendo a 6 chilometri dal luogo programmato denominato Statio Tranquillitatis a nordovest di Moltke, piccolo cratere con diametro di 6,5 chilometri e pareti alte circa 1200 metri.
Per rintracciare Moltke, situato a 1° Sud e 24° Est, dobbiamo inquadrare la Luna in una sera con la fase prossima ai 6-7 giorni e dirigere il telescopio lungo l’equatore in prossimità del margine meridionale del mare Tranquillitatis. Osservando ad occidente della zona di confluenza del Sinus Asperitatis, pianura che conduce verso il mare Nectaris, noteremo distintamente il cratere Moltke a breve distanza dai rilievi collinari del sud Tranquillitatis, visibilità accentuata dall’alone di colore chiaro esistente intorno a questo cratere in netto contrasto con la colorazione più scura dei basalti della piana circostante. Il paesaggio lunare intorno a Statio Tranquillitatis non potrebbe essere più squallido definito, non a caso, come “una spiaggia sporca”. Infatti si tratta di una vastissima pianura ricoperta di materiale lavico ormai solidificato e da uno strato di regolite costituita da detriti che vanno dalla polvere sottile ai ciottoli e massi anche di varie dimensioni e forme. La pianura circostante al punto di impatto venne descritta da Armstrong come cosparsa di piccoli craterini dal bordo appena percepibile. Alla base dei rilievi collinari posti poco più a sud corre il sistema di solchi denominato Hypatia, esteso per circa 200 chilometri.
Se da Statio Tranquillitatis osserviamo in direzione nord, potremo sfidare il potere risolutivo del nostro telescopio per andare alla ricerca di tre piccoli craterini dedicati ai componenti dell’equipaggio di Apollo 11. Infatti a nordest del punto di impatto, alle coordinate 1,4°N – 25°E, ad un minuscolo cratere del diametro di 4,6 chilometri con pareti alte 670 metri (ex Sabine-E) è stato assegnato il nome di Armstrong. Il craterino dedicato a Collins invece si trova esattamente a nord di Statio Tranquillitatis alle coordinate 1,3°N – 23,7°E, con diametro di soli 2,4 chilometri ed alto 560 metri (ex Sabine-D). Infine il cratere Aldrin situato a nordovest rispetto al punto di impatto, a 1,4°N – 22,1°E, con diametro di 3,4 chilometri e pareti di 600 metri (ex Sabine-B). Evidentemente chi è sceso per primo sulla Luna si è meritato il cratere più grande, mentre chi è rimasto solitario in orbita ha dovuto accontentarsi di un minuscolo 2,4 chilometri.
Ma ora vediamo che cosa hanno combinato quei tre sulla Luna. Certamente la bella passeggiata, saltellando tra zone in ombra ed altre al Sole, durata 2 ore e 32 minuti fino ad una distanza massima di 60 metri dal punto di atterraggio in un luogo tanto polveroso non poteva essere fine a se stessa, ma parte integrante di un’importantissima attività scientifica di ricerca orientata principalmente ad approfondire lo studio della storia geologica del nostro satellite. Infatti venne effettuata la raccolta di campioni di polvere e pietre lunari per un totale di 21,4 kg prelevati in punti differenti fino ad una profondità massima di 18 centimetri. Inoltre venne installato un particolare pannello di alluminio per ricerche sul vento solare, un sismometro in grado di rilevare scosse provocate da attività sismica e da impatti di meteoriti ed un riflettore laser per il calcolo esatto della distanza Terra – Luna. Vennero infine scattate centinaia di fotografie alla zona circostante ed al modulo lunare.
L’età media dei campioni di rocce lunari prelevati da Apollo 11 è risultata pari a 4 miliardi di anni. Mentre le rocce terrestri vengono suddivise in rocce ignee o vulcaniche (formate da cristallizzazione di silicati fusi), rocce sedimentarie e rocce metamorfiche (queste ultime di origine ignea o sedimentaria modificate da pressione e riscaldamento), essendo il nostro satellite privo di atmosfera non vi si trovano rocce sedimentarie di tipo terrestre ma rocce quasi completamente degassate. Praticamente le rocce lunari vengono suddivise in tre categorie principali: le rocce basaltiche delle pianure, la norite e le pietre anortositiche. Componente principale del basalto dei mari è l’ossido di ferro (FeO) mentre questo si trova in medie quantità nella norite ed in bassissima percentuale nell’anortosite. In quest’ultima è abbondante la quantità di ossido di alluminio (Al2O3). Il colore dei campioni di rocce lunari ricorda essenzialmente le rocce vulcaniche terrestri, più scuro per quelli prelevati nelle pianure mentre di colore più chiaro per le anortositi le quali sono il componente principale degli altipiani lunari. La norite è nota anche come KREEP in quanto costituita da potassio, terre rare e fosforo (da segnalare il notevole contenuto di potassio e fosforo della norite), mentre la stessa è inoltre molto ricca di minerali radioattivi.
Alla piana desolata del mare Tranquillitatis è stato assegnato un ruolo non secondario nella storia dell’esplorazione lunare, pertanto può essere considerata come una sorta di museo a cielo aperto in cui i reperti della tecnologia spaziale terrestre testimoniano la cronologia della corsa alla Luna. Infatti si va dai resti del Ranger 6 che il 2 febbraio 1964 si sfracellò fra Arago e Ross, al Ranger 8, a quanto rimane del Surveyor 5 che il 10 settembre 1967 oltre all’acquisizione di migliaia di immagini effettuò la prima analisi chimica del basalto di Tranquillitatis. Ma la sezione più interessante di questo originale museo si trova a Statio Tranquillitatis. Su tutti la sezione di discesa del Lem, meglio nota come “il ragno” per la sua struttura a traliccio, con la dotazione di zaini per le bombole di ossigeno, batterie e varie attrezzature unitamente al materiale utilizzato per il campionamento delle rocce. Altra preziosa strumentazione rimasta su Tranquillitatis è il sismometro ed il riflettore laser.
A costituire un eccezionale valore simbolico è una piastrina recante i messaggi di 73 capi di Stato, una targa metallica con la firma dell’equipaggio di Apollo 11 e di Nixon oltre alla bandiera degli Stati Uniti. Ma tutti questi reperti archeologici non potranno mai suscitare la stessa emozione che si prova osservando le decine di impronte lasciate sulla regolite lunare da Armstrong e Aldrin i quali, unitamente a Collins, hanno messo in gioco la loro vita per scrivere una tappa fondamentale nella Storia di questa Civiltà.